Revisione Reddito di cittadinanza: addio stop di 3 mesi

Diverse le ipotesi al vaglio per modificare la misura del Reddito di Cittadinanza

Il Governo sta lavorando ad una modifica del Reddito di Cittadinanza in modo che la misura non penalizzi le famiglie numerose come è stato finora e quelle residenti nelle grandi città del Nord che a parità di entrate sono in effetti più povere, secondo i criteri Istat, di quelle residenti in un piccolo paese del Sud.

Revisione Reddito di Cittadinanza
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Diverse le proposte che il comitato scientifico sta mettendo a punto e che poi passeranno in giudicato alla politica probabilmente verso il mese di Ottobre. In primis si sta passando all’analisi dei costi se si dovesse eliminare la pausa di tre mesi che avviene alla scadenza dei 18 mesi per chi e percepisce il Reddito di Cittadinanza.

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Revisione Reddito di cittadinanza: al vaglio lo stop dei 3 mesi

Una delle possibili modifiche infatti potrebbe riguardare proprio questa cosa, anche se la direzione dei tecnici è quella di abolire lo stop dei 3 mesi soltanto alle famiglie con figli minori. Al momento infatti il Reddito di Cittadinanza va per lo più ai nuclei familiari composti da una persona che raggiungono il 44% dei percettori. Le famiglie con minori si attestano soltanto al 7,7% della platea degli assistiti. Questo è legato al criterio per ottenere il reddito che da valore 1 al primo componente, 0,4 agli altri componenti maggiorenni, 0,2 ai minorenni.

Tra le ipotesi di modifica c’è l’innalzamento di questo 0,2 che dovrebbe far aumentare il reddito al di sotto del quale si è considerati poveri e meritevoli di tutela e l’importo al quale si potrebbe avere diritto. In questo modo se si alzasse il criterio il limite del reddito per poter chiedere il sussidio si alzerebbe a 12.000 euro anziché dei 6.000 attuali.

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Potrebbe essere rivista anche la parte legata alla prova dei mezzi per ottenere il beneficio limitandola all’Isee che contiene in sé già la valutazione del patrimonio e del reddito. Ma tra i temi sul tavolo c’è anche la disparità territoriale in termine di costi della vita. Si potrebbe ipotizzare un diverso sussidio legato all’affitto a seconda del luogo di residenza.