Roma, carabiniere accoltellato: le immagini di una seconda telecamera al vaglio degli inquirenti
Sul caso di Roma del carabiniere ucciso potrebbe spuntare una seconda telecamera, in grado di svelare come è morto Mario Cerciello Rega
Carabiniere ucciso a Roma, una seconda telecamera potrebbe dare informazioni aggiuntive su come è morto Mario Cerciello Rega e in particolare su 24 minuti che devono ancora essere ricostruiti di quella terribile notte che ha portato alla morte dell’agente per mano di due ragazzi americani.
Nel caso della morte del carabiniere Mario Cerciello Rega potrebbe spuntare una seconda telecamera, che avrebbe potuto filmare i due reo confessi, Finnegan Lee Elder e Christian Hjorth Natale, poco prima dell’omicidio. La telecamera si trova vicino alla vineria di via Gioacchino Belli ed era puntata proprio davanti al portone dell’Hotel Le Meridien, dove i due si sarebbero aggirati quella sera e dove era stato lasciato lo zaino di Sergio Brugiatelli, il mediatore. In quella via è stato dato appuntamento ai due carabinieri tramite telefonata ed è proprio qui che gli agenti hanno parcheggiato il loro mezzo.
Secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip Chiara Gallo, che ricostruisce i fatti con le testimonianze di chi era presente, i due agenti hanno raggiunto via Gioacchino Belli e poi a piedi sono arrivati in via Cesi.
Sergio Brugiatelli sarebbe rimasto vicino all’auto di servizio, che si trovava parcheggiata in sosta in via Belli. L’omicidio è avvenuto davanti all’ingresso della farmacia che si trova in via Cesi, all’angolo con via Pietro Cossa.
I ragazzi sono usciti dall’albergo alle 2.48, poi hanno lasciato lo zaino in una fioriera poco distante, sul lato opposto della strada percorsa per raggiungere la banca. Dopo questo, ci sono però 24 minuti di buio in cui non si sa cosa abbiano fatto i giovani americani.
Forse i carabinieri sono stati attirati in un altro luogo da quello stabilito? E per quale motivo? Sicuramente le immagini di questa seconda telecamera di sorveglianza potranno fare chiarezza, per coprire un buco di quasi mezz’ora che potrebbe essere fondamentale per ricostruire con precisione la dinamica dell’omicidio del giovane carabiniere.