Roma, bimbo porta un fiore per i poliziotti uccisi

Un bimbo di 3 anni ha portato un fiore in Questura a Roma per i poliziotti uccisi a colpi di pistola a Trieste lo scorso 4 ottobre.

Un bimbo di 3 anni ha portato un fiore in Questura a Roma per i poliziotti uccisi a colpi di pistola a Trieste lo scorso 4 ottobre. Si è presentato in Questura accompagnato da suo padre.

“Grazie di esserci ogni giorno e di proteggerci”, queste sono le parole del papà del piccolo.

Il piccolo si è avvicinato a tre poliziotti in servizio con una carta colorata e dentro dei petali rossi, poi ha dato loro un fiore dicendo che quel fiore “avrebbe aiutato a guarire due amici di papà con la bua”. I poliziotti lo hanno ringraziato, hanno preso il suo dono chiedendogli di ‘battere il cinque’.

Il padre ha immortalato questa scena emozionante, l’uomo ha voluto dedicare una lettera commovente agli agenti della Polizia di Stato per ringraziarli del lavoro che ogni giorno svolgono per noi per garantire la nostra sicurezza mettendo persino a rischio la propria vita.

Ecco la lettera di questo cittadino agli agenti della Polizia di Stato

“Buonasera,
Anche se la foto non rende bene, vorrei condividere con voi l’emozione di questo pomeriggio, quando ho portato mio figlio a consegnarvi un fiore in ricordo di Pierluigi e Matteo. A mio figlio sto cercando di insegnare il rispetto nei confronti di chi indossa una uniforme, qualunque essa sia, perché è un qualcuno che lavora per noi, per farci stare bene.
Ed è normale per me che ogni volta che vedo una donna o un uomo in uniforme sono amiche e amici, persone su cui contare nel momento del bisogno. Come lo erano Pierluigi e Matteo, e come siete tutti voi, giorno dopo giorno, nonostante chi vi disprezza, vi insulta, vi offende. Noi vi vogliamo bene, il piccoletto vi vuole bene, la gente onesta e per bene vi vuole bene.
Sempre, ogni giorno, tutto l’anno (da anni ho l’abitudine di chiamare chi come voi lavora nei giorni di festa, a Capodanno o Ferragosto per ringraziare del servizio svolto), ma oggi un po’ di più, perché oggi siamo tutti Pierluigi e Matteo.
Un abbraccio forte a tutti voi
Un cittadino”.