Roma: tenta di uccidere sua figlia di otto anni, mentre è ricoverata in ospedale
Roma: figlia ricoverata in ospedale. La madre durante la notte, cerca di ucciderla. Cosa mostrano le immagini delle telecamere.
La vicenda si è verificata all’interno di una struttura sanitaria di Roma, il Policlinico Umberto I. Risale al mese di mese di maggio, ma la madre responsabile, è stata accusata e portata in carcere pochi giorni fa. Si sospetta che la donna soffra della sindrome di Münchhausen, un disturbo psicologico per cui le persone colpite fingono una malattia o un trauma psicologico per attirare attenzione e simpatia verso di sé, arrivando anche a fare del male alle persone a loro care.
La ventinovenne è accusata di aver tentato di uccidere sua figlia malata. La bambina, di circa otto anni, era stata ricoverata nel Policlinico Umberto primo, nel reparto di terapia intensiva, per essere sottoposta ad alcune cure per le crisi epilettiche.
Durante la notte, come testimoniano le telecamere si sicurezza dell’ospedale, questa madre avrebbe somministrato a sua figlia un’ulteriore ed eccessiva dose del farmaco che gli infermieri le davano quotidianamente. Dal filmato, si può vedere mentre infila le mani sotto le lenzuola e tocca il braccio di sua figlia. Poco dopo, la bambina ha iniziato ad avere spasmi e gravi crisi epilettiche, rischiando la morte. Secondo i medici la colpa è stato un sovradosaggio 7 volte superiore a quello che assumeva normalmente.
Per fortuna era costantemente monitorata dai medici, che si sono subito accorti dell’alterazione e sono riusciti a ristabilire le sue condizioni e i suoi parametri vitali. Oggi la bambina sta bene.
La Procura ha subito dato il via alle indagini. Dopo aver esaminato le telecamere, gli inquirenti hanno visto che la donna, con fare sospetto, di notte, si è avvicinata al lettino si sua figlia, toccandole il braccio. La donna è stata accusata di tentato omicidio ed arrestata pochi giorni fa.
Tutti sono conviti che dietro l’episodio ci sia lei, ma la ventinovenne continua a negare. Ha dichiarato di non averle mai fatto quella iniezione, ma di averle soltanto accarezzato il braccio.
In sua difesa gli avvocati Francesca Rossi e Savino Guglielmi. Intervistati da RomaToday, hanno dichiarato: “i valori animali registrati, possono essere spiegati dal fatto che la sua malattia, fa schizzare i livelli delle sostanze nel corpo. L’assistita ha solo sfiorato sua figlia, tant’è che non è stata trovata ne sequestrata nessuna siringa”.
Gli avvocati hanno richiesto una prova che la donna sia davvero affetta dalla Sindrome di Münchhausen e le prove che la “quasi morte” della bambina sia stata causata dal sovradosaggio del farmaco oppure da altro. Il Tribunale riesaminerà la questione e nei prossimi giorni, deciderà se dare o no alla donna, gli arresti domiciliari.