Romina De Cesare, uccisa dall’ex, ha tentato di difendersi fino alla fine
Questo quello che è emerso dall'esame autoptico condotto sul suo corpo
L’autopsia di Romina De Cesare ha rivelato che la ragazza, che l’ex fidanzato ha deciso di freddare nel peggiore dei modi, ha tentato di difendersi fino alla fine. Il caso, avvenuto nel pieno centro storico di Frosinone, aveva sconvolto tutta la comunità, gettando nello sconforto chi ha amato e conosciuto la ragazza di Cerro al Volturno.
La ragazza di 36 anni scomparsa lo scorso 2 maggio per mano dell’ex compagno, Pietro Ialongo, nella casa in cui convivevano a Frosinone, non ha smesso di lottare fino alla fine. Ha usato una lama, colpendola più volte. Un colpo le ha letteralmente trafitto il cuore.
Queste le conclusioni a cui è giunto il medico legale Gabriele Margiotta, che ha depositato nei giorni scorsi in Procura a Frosinone la perizia relativa all’autopsia sul corpo della giovane donna di 36 anni, che era originaria di Cerro al Volturno, in provincia di Isernia.
Il medico legale, durante l’esame autoptico sul corpo di Romina, ha scoperto che un fendente le ha colpito il fegato, ma in modo superficiale. Non è stato quel colpo a causarne la morte, come non lo sono stati quelli inferti su braccia e arti inferiori, a dimostrazione del fatto che ha fatto di tutto per difendersi.
Grazie alla perizia legata all’esame autoptico condotto dal medico legale, ora gli inquirenti hanno dettagli in più per ricostruire meglio quanto successo in quella casa nel centro storico di Frosinone, quando Romina De Cesare ha perso la vita per colpa del suo ex.
Il caso di Romina De Cesare aveva sconvolto due comunità, quella di Frosinone e quella del suo paesino in provincia di Isernia
Le indagini comunque continuano. Il prossimo 23 settembre i Carabinieri del Ris torneranno sul luogo dove la donna 36enne ha perso la vita, per ricostruire la scena del reato.
Ora hanno maggiori elementi per poter fare tutte le considerazioni del caso e dare giustizia a Romina De Cesare.