Rosamaria Caputi non riesce a trovare casa per via dell’autismo di suo figlio
Il 30 giugno Rosamaria Caputi dovrà lasciare la casa in cui vive, ma non riesce a trovarne un'altra: il disperato appello sui social
Nelle ultime ore si è diffuso sul web un appello disperato di una madre. Lei si chiama Rosamaria Caputi, è originaria di Catania, ma residente a Roma ormai da molti anni. Lei vive in affitto in una casa della Capitale, che dovrà lasciare entro il 30 giugno. Sta cercando un’altra casa da affittare, ma diverse proposte le sono state rifiutate, per via dello spettro autistico di suo figlio minorenne.
Rosamaria ha da sempre dimostrato in vita sua di avere una forza d’animo fuori dal comune. La vita le ha messo davanti diversi ostacoli, come la morte del marito ad esempio, oppure la diagnosi di spettro autistico del suo terzo figlio, ancora minorenne.
Nel lungo post che ha scritto su Facebook, ha chiesto non tanto dei cuori o della compassione, ma un aiuto serio.
Il prossimo 30 giugno dovrà lasciare la casa in cui vive in affitto insieme ai suoi tre figli. Nel frattempo ha inoltrato diverse richieste per affittare altre abitazioni, ma come spiega nel post, sono state tutte rifiutate.
Speravo e credevo di farcela da sola, come sempre. Ma stavolta il muro si è alzato. Non trovo casa, non mi danno casa appena tra i redditi che presento si accorgono che una parte deriva dagli aiuti economici statali a mio figlio, con diagnosi di spettro autistico.
La richiesta di aiuto di Rosamaria Caputi
La voce di Rosamaria Caputi ha fatto rumore, fino ad attirare l’attenzione di giornalisti che hanno voluto amplificarla.
A La Repubblica, l’ex attrice di 54 anni ha dichiarato tutta la sua disperazione, ma anche la sua rabbia.
Le è stato chiesto se fosse sicura che i vari rifiuti fossero dovuti alla malattia del figlio e lei ha confermato, spiegando che i suddetti sono arrivati sempre dopo che lei presentava i redditi, nei quali apparivano la pensione di reversibilità, l’indennità di accompagnamento e l’assegno come caregiver familiare.
Nonostante tutto, per la signora la speranza non è ancora finita. Si augura che il suo appello possa smuovere le acque in questa società guidata da pregiudizi assurdi.
Come la signora Rosamaria, ci sono molte altre famiglie che soffrono per problemi simili. Il suo augurio è quello di poter aiutare, in qualche modo, anche loro.