Rudy Ruzza, bassista degli Statuto, morto a soli 61 anni

Musica a lutto per la prematura scomparsa di Rudy Ruzza: il bassista aveva raggiunto il successo dagli anni 80 con Gli Statuto

Un lutto molto grave ha colpito il mondo della musica italiana. Rudy Ruzza, storico membro del gruppo Gli Statuto, si è spento a soli 61 anni. Da anni lottava contro una malattia che alla fine lo ha portato via. Innumerevoli i messaggi di cordoglio apparsi sul web nelle scorse ore.

Rudy Ruzza

Un altro personaggio molto importante nel panorama musicale italiano, si è spento per sempre provocando un dolore immenso ai tanti che seguivano lui e la sua musica da decenni.

Si tratta di Rudy Ruzza, storico membro e bassista della band di genere Mod de Gli Statuto.

Nato a Torino, il gruppo prese il nome della piazza (Statuto) in cui si ritrovano i cosiddetti Modernist, subcultura giovanile nata a Londra alla fine degli anni 50.

Tanti gli artisti che hanno fatto parte della band nel corso dei 40 anni di storia e proprio Rudy prese il posto di Ezio Bosso, che come lui aveva suonato il basso per il gruppo.

Tanti gli album e i successi de Gli Statuto e nel 1992 parteciparono anche al Festival di Sanremo. Portarono il brano intitolato “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo“, che ottenne discreti risultati sia nella classifica finale della kermesse, sia in quelle discografiche successive.

Negli ultimi mesi Gli Statuto avevano lavorato ad un nuovo disco dal vivo e si stavano preparando ad un tour per festeggiare i 40 anni dalla fondazione.

Come detto Rudy Ruzza aveva solo 61 anni e si è spento per le complicanze della malattia di cui soffriva da qualche tempo.

Cordoglio per la morte di Rudy Ruzza

Rudy Ruzza

Innumerevoli i messaggi di addio che amici e colleghi hanno pubblicato sui social nelle scorse ore.

Francesco Venuto, manager del gruppo, sui social ha scritto: “Rudy è sempre stato fatalista, e sull’argomento ci abbiamo sempre riso su. Appena avremo aggiornamenti su luogo e orari, li scriveremo sulla pagina Gli Statuto“.

Rudy Ruzza

Max Casacci, chitarrista dei Subsonica, di lui ha scritto:

Addio Rudy Ruzza, ci siamo conosciuti a metà degli anni 80 quando mi sei entrato per la prima volta nello studio di Piazza Vittorio. All’epoca suonavi (già bene) con i Gaseuse e alla batteria c’era il papà di un Willie Peyote che ancora non era nato. Decenni. Un tempo che hai attraversato immerso nella musica in tutte le sue forme. Suonando con le band, con le orchestre di liscio, organizzando concerti, compravendendo vinili. Una vita da musicista di palco, adrenalina, emozione soprattutto con gli Statuto, ma anche di mestiere, stanchezza, attesa, pazienza. Quelle cose vere che si vedono ad occhio nudo solo in certi film. In tutto questo non hai mancato di essere persona spiritosa e gentile.