Salvatore Parolisi libero a Settembre: inizia il corso di Giurisprudenza all’università
Salvatore Parolisi potrà uscire dal carcere di Bollate Settembre, l'omicida e marito di Melania Rea vuole seguire le lezioni di Giurisprudenza all'Università
Salvatore Parolisi, l’uomo che nel 2011 uccise sua moglie Melania Rea, potrà tornare libero: a Settembre l’ex militare vuole seguire il corso di Giurisprudenza all’Università, questo è riportato nel giornale “Giallo” firmato da Gian Pietro Fiore.
L’uomo ha fatto richiesta già a gennaio per i vari permessi per iniziare l’università, l’emergenza sanitaria però ha bloccato la richiesta del militare che andrà in porto in autunno. L’uomo sarà accompagnato all’Università per frequentare i corsi e sostenere gli esami universitari.
L’ex caporalmaggiore è stato condannato a vent’anni per l’omicidio della moglie Melania Rea, ed è rinchiuso nelle celle del carcere di Bollate dal 2011. Attualmente sta lavorando anche ad un call center e avrebbe già iniziato a studiare.
L’omicidio della donna risale al 18 Aprile 2011, la donna fu ritrovata nel bosco di Ripe di Civitella con i segni di 35 coltellate sul corpo. La famiglia si trovava lì per fare una scampagnata con la piccola Vittoria, bambina di cui Salvatore Parolisi ha perso la patria potestà in seguito alla sua condanna.
Il marito fu subito il primo sospettato, pochi giorni dopo vennero fuori le chat inequivocabili con una soldatessa di 26 anni, Ludovica, ragazza che Salvatore Parolisi addestrava insieme ad altre allieve nella caserma in cui lavorava. Il movente del delitto, secondo la sentenza, era quello di rifarsi una vita con Ludovica, evitando vari problemi di tipo legale ed economico co Melania Rea.
Tempo fa trapelò la notizia che Salvatore Parolisi sarebbe potuto uscire dal carcere prima per buona condotta, questo provocò l’ira del fratello di Melania Rea, Michele lasciò delle dichiarazioni:
“Con la morte di Melania è come se io e i miei genitori fossimo stati condannati all’ergastolo, le nostre vite si sono fermate. Andiamo avanti solo per il bene di mia nipote che in un colpo solo, con la mamma uccisa dal papà, si è ritrovata orfana di entrambi i genitori. E adesso ci vengono a dire che quell’assassino, bugiardo e per nulla pentito, può usufruire del regalo della libertà?
Non ha senso, né per mia sorella e la mia famiglia, né per l’Italia intera che non può riconoscersi in una giustizia in cui chi sbaglia viene premiato. Le tante, tantissime persone che ci telefonano o ci scrivono per esprimerci solidarietà. Nessuno ha dimenticato le tante bugie, i tradimenti e i depistaggi di Salvatore.
La gente è sempre stata dalla nostra parte – prosegue Michele Rea – per questo io mi auguro che il giudice di sorveglianza si metta una mano sulla coscienza. La verità è che dovrebbe cambiare proprio il sistema giudiziario per impedire a un assassino di ottenere i permessi premio dopo solo 9 anni di reclusione”.