Siracusa: il maresciallo Licia Gioia non si è tolta la vita

Siracusa: il maresciallo Licia Gioia non si è suicidata. Ecco di cosa è stato accusato il marito dopo le eclatanti conclusioni della la perizia medico legale.

Colpo di scena a Siracusa: il maresciallo Licia Gioia, di Latina non si è suicidata, come aveva detto il marito, Francesco Ferrari, con lei nella casa nel momento della morte. L’autopsia eseguito sul corpo del maresciallo dei carabinieri Licia Gioia ha avuto un esito eclatante che ha convinto il procuratore a chiedere il rinvio a giudizio per il marito, Francesco Ferrari.

La donna, il sottufficiale dei carabinieri Licia Gioia, è morta per un colpo di pistola alla testa nella notte del 1 marzo 2017 nella sua casa di Contrada Isola, Siracusa. Interrogato, l’uomo aveva dichiarato che sua moglie si era suicidata in seguito ad una lite per motivi di gelosia. Infatti, inizialmente Francesco Ferrari, 45 anni, poliziotto, era stato indagato per istigazione al suicidio. Ma in seguito alla perizia medico legale, la sua situazione si è aggravata. L’uomo, infatti, ancora in servizio presso la Questura di Taranto, è accusato adesso di omicidio.

Ma cos’è successo quella notte tra i due neo-sposi nella villetta di Contrada Isola?

Il marito ha parlato di suicidio ma la sua versione non ha convinto i genitori di Licia Gioia. Gli inquirenti hanno trovato molte stranezze del comportamento di Francesco Ferrari. La donna, secondo il medico legale, sarebbe morta alle 00.30 ma la chiamata ai soccorsi il marito l’ha fatta alle 00.50. Per 40 minuti l’uomo è rimasto sulla scena del crimine ed ha avuto così tutto il tempo di ripulirla. Nella casa, al piano di sopra, c’era anche il figlio di Ferrante, un ragazzo di 15 anni, che non ha assistito alla morte di Licia. L’uomo ha chiamato prima la sua ex moglie, anche lei poliziotta, chiedendole di venire a prendere il ragazzo e poi un collega e solo dopo il 118. Il soccorso medico è arrivato quando Licia Gioia era già senza vita. Molto insolito anche il comportamento di Ferrari nei giorni seguenti alla morte della moglie. Non ha partecipato ai funerali di Licia anche se si trovava ricoverato per una ferita alla gamba in una struttura sanitaria a circa 50 metri dalla chiesa e non è andato nemmeno alle commemorazioni. Una volta uscito dall’ospedale non è tornato a casa ma è andato a vivere a casa di una donna che è la sua attuale compagna. Si tratta di un comportamento molto strano per un uomo che ha perso la moglie poco dopo il matrimonio (i due erano sposati da pochi mesi).

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L’esito della perizia medico legale parla chiaro: il maresciallo Licia Gioia è morta per colpa del proiettile che l’ha colpita alla testa. Nella sua gamba c’era un secondo proiettile. Anche il marito è stato ferito da un proiettile di rimbalzo alla gamba. La sua versione parla di colpi partiti durante una colluttazione ma la perizia medico legale ha scoperto che il proiettile alla gamba è stato sparato dopo la morte del maresciallo.

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La cosa più strana, in tutto ciò, è che Francesco Ferrari, nonostante sia stato imputato di omicidio volontario, è ancora in servizio presso la Questura di Siracusa.