“Sono stati trovati lì” Garlasco, spuntano dei vestiti sporchi di sangue: che indumenti erano di preciso

Il delitto di Garlasco torna al centro dell'attenzione per il ritrovamento di una borsa con vestiti sporchi, il cui mistero rimane irrisolto nonostante le analisi negative.

Recentemente, il caso del delitto di Garlasco ha riacquistato attenzione mediatica a causa di una nuova inchiesta condotta dalla procura di Pavia. Questo riaccendersi dell’interesse ha portato alla luce dettagli inediti e mai completamente chiariti della vicenda, che continua a suscitare domande e dibattiti. Un elemento chiave emerso è la borsa contenente vestiti sporchi, rinvenuta in un canale non lontano dal luogo dell’omicidio. Questo ritrovamento, effettuato da alcuni lavoratori agricoli della zona, ha riaperto interrogativi sul mistero che avvolge il caso.

Il ritrovamento della borsa con i vestiti sporchi

Il 24 agosto 2007, a undici giorni dall’omicidio, i vestiti rinvenuti furono consegnati alle autorità competenti. La borsa, di plastica bianca, conteneva due canottiere, tre paia di pantaloni (due maschili e uno femminile) e un paio di scarpe. Tutti gli indumenti erano di marca. Le analisi condotte dai Ris di Parma, tuttavia, non rivelarono tracce di sangue sugli abiti, nonostante apparissero visibilmente macchiati. Questo ha generato confusione e ha alimentato le speculazioni su come e perché quegli abiti griffati siano stati abbandonati in un canale in una zona rurale.

Nonostante la chiara evidenza che non vi fosse sangue sugli indumenti, rimane irrisolto il mistero del loro abbandono. L’ipotesi che qualcuno potesse averli gettati lì per motivi inquietanti ha continuato a circolare. La natura di questo ritrovamento ha destato l’attenzione sia delle forze dell’ordine sia dell’opinione pubblica, che ha seguito con interesse gli sviluppi del caso nel corso degli anni.

La testimonianza della donna che ha fatto il ritrovamento

Nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione “Mattino 5”, Cristina, la donna che insieme a suo marito ha scoperto il sacchetto, ha raccontato i dettagli del ritrovamento. Ha spiegato di aver notato la borsa nell’acqua, inizialmente senza prestarle particolare attenzione. Solo dopo aver pensato che potesse contenere animali abbandonati ha deciso di aprirla. La scoperta di vestiti con macchie rosse, che a lei sembravano sangue, ha subito attirato la sua curiosità.

Cristina ha continuato il suo racconto, descrivendo i dettagli degli indumenti: “C’erano tre paia di pantaloni, due da uomo e un pinocchietto da donna, oltre a due canottiere e un paio di scarpe, tutta roba griffata. Mi ha colpito quel rosso che sembrava sangue”. Nonostante il suo immediato contatto con le autorità, le analisi dell’epoca, effettuate con luminol e combur test, non hanno dato risultati positivi, portando a una valutazione di inutilità del reperto per le indagini.

Il clamore mediatico generato dal caso all’epoca non ha portato a una rivendicazione degli abiti, che rimangono avvolti nel mistero. Questo elemento della vicenda continua a suscitare domande e a contribuire all’intrigo che circonda il delitto di Garlasco, un caso che sembra lontano dalla risoluzione.