Sparatoria Napoli, la piccola Noemi sta meglio
Sparatoria Napoli, la piccola Noemi sta meglio ma resta grave: “Sta combattendo come una leonessa”.
Sparatoria Napoli, la piccola Noemi sta meglio ma resta grave: “Sta combattendo come una leonessa”. Napoli, la piccola Noemi respira meglio. C’è stato un lieve miglioramento del polmone sinistro della bimba ferita in un agguato di camorra venerdì scorso in pieno centro.
Fortunatamente si accede la speranza per la piccola Noemi, la bimba ferita in un agguato di camorra a Napoli. Sono stati rimossi i coaguli di sangue dai bronchi di sinistra e ora i medici sperano di poterla estubare presto. Intanto la città continua a pregare per Noemi, ci sono stati lievissimi miglioramenti anche se la situazione resta grave. Dopo aver rimosso i coaguli di sangue dai bronchi di sinistra, il polmone sinistro ora è in grado di espandersi parzialmente, è questo l’organo più compromesso dal proiettile. “È stata praticata una broncosopia al polmone sinistro per disostruire i bronchi da coaguli. Il polmone destro è ben espanso ed ha buona funzionalità. Continua il monitoraggio di tutti i parametri vitali. Le sue condizioni cliniche continuano ad essere gravi e la prognosi è ancora riservata”.
I medici attendono altri segnali positivi per proseguire con le cure, Noemi resta in rianimazione com assistenza meccanica per respirare ma è costantemente monitorata in tutti i parametri vitale. Sono tanti i messaggi e le letterine che arrivano in ospedale da parte dei cittadini napoletani, anche piccoli bambini: “Forza Noemi”, “Non mollare, ti aspetto per continuare a crescere insieme”, “Torna a giocare con me”. E i genitori: “Dolce Noemi, sogna e torna”, “Prego per te”, “Lottiamo per te”. È stato lasciato un cuore rosso dai genitori di Annalisa Durante, un’altra vittima innocente di camorra: “Forza piccola, anche il nostro angelo prega per te da lassù”.
Questo episodio, spiega il capo della polizia Franco Gabrielli, è una sconfitta per lo Stato. Il bersaglio originario del killer era Salvatore Nurcaro ridotto in fin di vita venerdì scorso, ora si attende l’interrogatorio per capire al meglio cosa è successo. Si pensa che si tratti di una vendetta personale.