Spuntano strane foto sul cellulare di Laila El Harim

Gli inquirenti hanno trovato delle conversazioni sul cellulare di Laila El Harim con i tecnici della manutenzione del macchinario

Emergono nuovi dettagli sull’incidente accaduto a Laila El Harim lo scorsa settimana. L’operaia di 41 anni, madre di una bambina piccola, era assunta da anni in un’azienda di imballaggi nel modenese. Il macchinario su cui lavorava abitualmente, per motivi al vaglio degli inquirenti, l’ha risucchiata all’interno spezzandole la vita sul colpo.

Sequestrato il cellulare di Laila El Harim

Una comunità ed una nazione intera ancora sotto shock per quanto accaduto la scorsa settimana a Camposanto, in provincia di Modena. Un’operaia di 41 anni è rimasta incagliata in un macchinario di una ditta di imballaggi. Macchinario che l’ha risucchiata al suo interno e schiacciata fino ad ucciderla.

Proprio per gli stessi motivi che ci furono nel caso di Luana D’Orazio, anche sta volta è stata aperta un’indagine. Gli inquirenti, che sono giunti sul posto subito dopo l’incidente insieme ai soccorritori, hanno sequestrato il macchinario e stanno esaminando tutti gli indizi possibili. Il loro intento, naturalmente, è quello di fare maggiore chiarezza possibile su quanto accaduto.

La Procura di Modena ha aperto un fascicolo di indagine, nel quale come indagati per omicidio colposo ci sono due persone. Il legale rappresentante della società “Bombonette” e suo nipote, che svolgeva il ruolo di delegato alla sicurezza della azienda stessa.

Le foto sul cellulare di Laila El Harim

Sequestrato il cellulare di Laila El Harim

Gli inquirenti, tra le altre cose, hanno sequestrato anche il cellulare di Laila El Harim. Sullo smartphone hanno rinvenuto delle conversazioni che la donna aveva avuto con i tecnici incaricati della manutenzione dei macchinari.

In queste conversazioni, la donna aveva inviato più volte delle foto del macchinario che l’ha uccisa. Tutte foto scattate dopo che il macchinario stesso si era bloccato o aveva avuto qualche malfunzionamento.

A riguardo, intervistato dai giornalisti de La Repubblica, ha voluto dire la sua anche Manuele Altiero, compagno di vita di Laila e padre della bimba che i due avevano da 5 anni.

Sequestrato il cellulare di Laila El Harim

L’uomo ha raccontato che la sua compagna, che sarebbe diventata presto sua moglie (le aveva chiesto di sposarlo solo un mese fa, n.d.r.), si lamentava spesso anche con lui di questo fatto.

I tecnici e gli investigatori, nel frattempo, stanno cercando di capire come mai il sistema di blocco di sicurezza della macchina poteva attivarsi solo manualmente e non automaticamente.