“Stanno cercando proprio lì” Liliana Resinovich, ora è possibile risalirci: nuove piste nelle indagini in corso
Il 9 maggio si prevede una svolta nell'inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich, con esami digitali avanzati dei suoi telefoni che potrebbero rivelare dettagli cruciali sulla sua vita e scomparsa.
Nei prossimi giorni, potrebbero emergere nuovi sviluppi significativi nell’inchiesta riguardante la scomparsa e il decesso di Liliana Resinovich, la donna triestina trovata senza vita a fine dicembre 2021 in circostanze ancora non del tutto chiare. Il 9 maggio è prevista una svolta cruciale: i due telefoni appartenenti alla donna, un iPhone e un Samsung, saranno oggetto di esami digitali avanzati, mai eseguiti fino ad ora, grazie a una nuova metodologia investigativa in grado di recuperare dati che erano stati nascosti nel tempo. Questa nuova analisi promette di esplorare a fondo la memoria digitale dei dispositivi, accedendo a contenuti che le tecniche impiegate nelle fasi iniziali delle indagini non erano riuscite a rilevare.

Nel 2022, le indagini informatiche si erano limitate a una lettura parziale dei telefoni, avvalendosi di una metodologia chiamata File System. Attualmente, la procura ha dato il via a un approccio completamente diverso: la Full File System. Questa tecnica permette una mappatura esaustiva dei dispositivi, consentendo l’esplorazione anche delle tracce più remote lasciate dall’utente nel corso degli anni. Non si tratta solo di recuperare messaggi cancellati, ma anche di riscoprire cronologie web, appunti digitali, comunicazioni via email e WhatsApp. Il materiale che potrebbe emergere potrebbe fornire indizi cruciali sulle abitudini, i contatti e persino lo stato d’animo di Liliana negli ultimi giorni prima della sua scomparsa.
Liliana Resinovich, altri sviluppi: cosa succederà il 9 maggio
La responsabilità di condurre questa complessa operazione è stata affidata a Nicola Chemello, un esperto informatico già coinvolto nelle fasi iniziali delle analisi. Tuttavia, non sarà l’unico a lavorare sui dispositivi: anche le parti civili hanno scelto di nominare propri consulenti. Tra questi c’è Paolo Reale, rappresentante di Sergio Resinovich, il fratello della vittima. Reale ha acquisito notorietà per la sua partecipazione ad altri casi di rilevanza mediatica, come quello della morte di Chiara Poggi. Sebastiano Visintin, marito di Liliana, ha invece optato per l’esperienza del consulente Michele Vitiello, il quale ha già sottolineato l’importanza della nuova metodologia per il recupero di messaggi WhatsApp e altre comunicazioni che la donna tendeva a eliminare frequentemente.
Vitiello ha anche fatto presente che una copia forense della GoPro utilizzata da Visintin è già stata acquisita, affermando che “è già stato fatto il massimo tecnicamente possibile”. Questa dichiarazione suggerisce che anche il materiale video potrebbe avere un ruolo significativo nell’offrire un quadro più chiaro degli eventi, sebbene al momento l’attenzione sia concentrata principalmente sul contenuto dei telefoni.
Le attese sono elevate. L’analisi potrebbe infatti portare alla luce messaggi dimenticati, contatti inediti, abitudini digitali sconosciute e frammenti di una quotidianità che, a distanza di anni, potrebbe ancora comunicare. In un’indagine in cui le parole scritte e successivamente cancellate potrebbero risultare più rilevanti di mille testimonianze, ogni file recuperato rappresenta un potenziale tassello mancante di una verità che rimane elusive. La tecnologia forense, con la sua abilità di rintracciare le tracce lasciate nel tempo, si conferma nuovamente strumento essenziale per affrontare i lati oscuri delle storie umane.