“Sul letto, la tragedia” La musica italiana sotto choc dopo la morte del dj e il drammatico retroscena

Un dj italiano di 35 anni, Michele Noschese, è morto a Ibiza durante un intervento della Guardia Civil, suscitando preoccupazioni sulle circostanze della sua immobilizzazione e il successivo malessere respiratorio.

Un tragico evento ha scosso l’isola di Ibiza, dove un intervento della Guardia Civil in un appartamento si è trasformato in un dramma inaspettato. Un artista musicale italiano ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire, mentre le forze dell’ordine stavano intervenendo in seguito a segnalazioni di schiamazzi provenienti da un’abitazione nella zona residenziale di Carrer del Lausanne. Un amico presente al momento dell’accaduto ha condiviso un racconto straziante, fornendo un quadro inquietante degli eventi che si sono susseguiti in quegli attimi concitati.

La vittima è Michele Noschese, noto nel panorama della musica elettronica con il nome di dj Godzi. Il deejay napoletano, di 35 anni, è deceduto davanti all’amico Raffaele, il quale ha descritto di aver assistito al drammatico intervento che, partito da una mattinata agitata, si è concluso in tragedia. Secondo quanto riportato, Michele sarebbe stato già immobilizzato con manette ai polsi e alle caviglie quando ha iniziato a manifestare difficoltà respiratorie. Nonostante i tentativi disperati per rianimarlo, non c’è stato nulla da fare e il deejay ha perso la vita.

La morte di dj Godzi, il racconto dell’amico

Raffaele ha fornito una ricostruzione dettagliata delle ore che hanno preceduto la morte del suo amico. Giunto nell’appartamento intorno all’una di notte, aveva dormito fino al mattino, quando, al risveglio, ha trovato Michele in uno stato di evidente agitazione. Decidendo di scendere in piscina per allontanarsi dall’atmosfera tesa, Raffaele ha lasciato l’abitazione. Al suo ritorno, ha trovato Michele in discussione con un vicino anziano. Poco dopo, sono intervenuti gli agenti della Guardia Civil, allertati da qualcuno a causa delle urla provenienti dall’appartamento.

La situazione è rapidamente degenerata. Raffaele ha raccontato di aver visto il suo amico essere colpito al volto e alla schiena, prima di essere immobilizzato in modo brusco. L’amico ha descritto la scena come “scioccante” e ha affermato di essersi sentito impotente di fronte a quanto stava accadendo. È stato notato dagli agenti solo dopo che Michele era già stato immobilizzato, quando il deejay mostrava segni evidenti di difficoltà respiratoria. Raffaele ha espresso il suo dolore, affermando che Michele sembrava essere stato trattato in modo disumano, legato e lasciato lì fino all’arrivo dei soccorritori.

Secondo il racconto dell’amico, Michele non era armato e non mostrava segni di violenza, ma era semplicemente molto agitato. Anche l’anziano coinvolto nella discussione ha manifestato l’intenzione di testimoniare riguardo all’accaduto. Raffaele, che vive e lavora a Ibiza, ha dichiarato chiaramente la sua intenzione di parlare: «Non posso tacere. Ho visto tutto con i miei occhi. Michele era come un fratello per me. E l’ho visto morire». Queste parole sollevano interrogativi su una morte che, secondo chi era presente, potrebbe forse essere stata evitata, richiedendo chiarezza e giustizia per Michele Noschese.