Supercoppa in Arabia Saudita: niente stadio per le donne non accompagnate
Polemiche per la decisione della Lega di giocare in un Paese in cui le donne non sono sullo stesso piano degli uomini.
Mercoledì 16 gennaio, alle 20.30 locali, a Gedda, in Arabia Saudita, andrà in scena la finale della Supercoppa italiana tra la Juventus di Cristiano Ronaldo e il Milan di Gonzalo Higuain. Una partita a cui le donne, da sole, non potranno assistere.
Ciò emerge dal comunicato stampa della Lega Serie A a proposito delle modalità d’acquisto per i biglietti, già in vendita online. Ebbene, uno dei passaggi che deve compiere un tifoso che vuole seguire la propria squadra in Arabia Saudita è selezionare la categoria di biglietto desiderata: “i settori indicati come ‘singles‘ sono riservati agli uomini, i settori indicati come ‘families‘ sono misti per uomini e donne”.
In poche parole, una donna italiana, tifosa della Juventus o del Milan (o semplicemente amante del calcio), senza uomo al seguito, non potrà assistere dal vivo al match tra le due squadre.
Naturalmente è scoppiata la polemica. C’è chi, ad esempio, ha fatto giustamente notare che “la stessa Lega calcio che qualche giornata fa ha fatto ‘dipingere’ i volti dei calciatori di rosso per dare un segnale contro la violenza sulle donne, ma che poi ha deciso di far giocare la supercoppa Juve Milan in Arabia Saudita dove le donne in alcuni settori non potranno entrare, perché riservati ai soli uomini. Bene ma non benissimo direi!”.
In effetti, due squadre italiane andranno a giocare in un Paese dove le donne non sono considerate al pari degli uomini: solo nel gennaio 2018 hanno ottenuto l’accesso allo stadio, prima vietato insieme all’ingresso in altri luoghi pubblici. E la domanda è: possono i soldi essere più importanti dell’uguaglianza, tra l’altro sancita dalla nostra Costituzione?