Supermercati raddoppiano i prezzi per speculare sul COVID-19: denunciati

Supermercati raddoppiano i prezzi per speculare durante l'emergenza COVID-19, molti di questi sono stati denunciati: aumenti anche del 20%

Supermercati che aumentano i prezzi durante l’emergenza COVID-19? Sembra fantascienza ma purtroppo è tutto vero: ci sono diversi supermercati che hanno speculato sulla grave situazione che tutto il Paese sta vivendo, ci arrivano molte segnalazioni

Una in particolare in un supermercato del Canavese, nel Piemonte, che ha addirittura raddoppiato i prezzi: lo stile è stato così denunciato. Il supermercato, come riporta Dissapore, è della catena Conad di Favira

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I prezzi sono aumentati di oltre il doppio, poche settimane fa la tipica colomba pasquale poteva essere acquistata a 3 euro (prezzo di volantini), in loco invece i clienti si sono trovati di fronte ad una spiacevole sorpresa: lo stesso prodotto è venduto a 7 euro 

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Innumerevoli possono essere gli esempi di prezzi raddoppiati: un chilo e mezzo di arance, che dovevano costare 1,30 euro, venivano vendute a 2,89 euro; una bottiglia di olio di oliva da un litro, che in offerta doveva costare 3,59 euro, veniva proposta a 5,45 euro. Una passata di pomodoro è da 0,95 a 1,66 euro, i limoni da 0,99 a 1,99, il prosciutto da 14,90 a 23,90, la baguette da 2,50 a 4,90 al chilo. E pure il caffè da 3,70 a 5,29. Si specula anche sugli alimenti per gli animali, il cibo per gatti, venduto a 5,19 anziché a 2,69 euro

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La Guardia di Finanza ha riscontrato un aumento del 200%, nel negozio inoltre i volantini erano stati tutti messi via in modo che le persone non potessero fare il confronto imposto dalla casa madre. Nello stesso supermercato inoltre erano in vendita prodotti non di prima necessità al contrario di quanto imposto nel decreto legge

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Il direttore è stato denunciato alla procura di Ivrea per “manovre speculative su merci”, l’ammenda per tale reato ammonta fino a 25mila euro. Ora, il responsabile, rischia anche tre anni di carcere e sul piatto della bilancia si mette la vendita anche di prodotti non di prima necessità