Svolta nel caso del delitto di Nadia Bergamini: il padre di Antonino Zappalà ha testimoniato contro suo figlio

Il padre di Antonino Zappalà ha testimoniato contro il figlio al processo, accusandolo di aver ucciso la suocera: le parole dell'uomo

Nuova svolta sul caso di Nadia Bergamini, la donna invalida settantenne morta per mano del genero Antonino Salvatore Zappalà. Durante il processo, il padre dell’uomo ha testimoniato contro di lui, accusandolo di aver spezzato per sempre la vita della suocera.

processo Antonino Zappalà

I fatti risalgono a gennaio del 2022, quel giorno Nadia Bergamini si trovava in casa di sua figlia da sola con il genero. La donna, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe chiesto aiuto al genero per sbrigare alcune commissioni. Era invalida e costretta su una sedia a rotelle.

Una richiesta che deve aver scatenato l’ira di Antonino Zappalà. Al rientro, la figlia ha trovato la madre ormai priva di vita. Il suo corpo giaceva su una pozza di sangue. Quando ha chiesto spiegazioni al compagno, lui si è giustificando raccontandole che era caduta dalla sedia a rotelle. Un racconto che è stato presto smentito dalle forze dell’ordine e dagli accertamenti del medico legale sul corpo senza vita della settantenne.

La coppia era molto conosciuta nella zona, poiché gestori di un bar. In molti erano a conoscenza dei problemi di alcol dell’accusato, che gli avevano già portato guai in passato.

processo Antonino Zappalà

La svolta è arrivata al processo, anche il padre di Antonino Zappalà ha testimoniato contro suo figlio. Si è detto certo che sia stato lui a spezzare la vita della suocera. L’aveva già picchiata altre volte e lo aveva fatto anche con lui.

È stato mio figlio a picchiare e uccidere Nadia Bergamini. Lo aveva già fatto. In più di un’occasione ha preso a calci e pugni anche me.

processo Antonino Zappalà

L’accusato continua a negare il delitto e a raccontare che la suocera è caduta da sola dalla sua sedia a rotelle e che lui non sarebbe riuscito a salvarla. Una versione a cui gli inquirenti e la stessa famiglia della donna non hanno mai creduto. Le due figlie della settantenne si sono costituite parte civile nel processo.