Svolta nel caso della morte di Liliana Resinovich, c’è un altro indagato

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è stato iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio della moglie, dopo una perquisizione che ha cambiato le indagini sulla sua morte

Le indagini sul caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a Trieste nel gennaio 2022, hanno subito una svolta significativa. Il marito Sebastiano Visintin è stato inserito ufficialmente nel registro degli indagati per omicidio. Questo sviluppo è emerso durante la trasmissione “Quarto Grado”, con rivelazioni del giornalista Carmelo Abbate. La decisione di indagare Visintin è stata presa dopo una perquisizione nella sua abitazione, che ha avuto luogo recentemente e ha coinvolto agenti della squadra mobile di Trieste.

Le prime dichiarazioni di Sebastiano Visintin

In seguito all’iscrizione nel registro degli indagati, Sebastiano Visintin ha rilasciato alcune dichiarazioni, esprimendo la sua tranquillità riguardo alla situazione legale. Ha affermato di voler continuare la sua vita quotidiana e di collaborare con i suoi avvocati per comprendere meglio le accuse mosse contro di lui. Visintin, un fotografo di 72 anni, ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dalla perquisizione, affermando di non aver idea di quali elementi gli investigatori stessero cercando.

Le parole dell’avvocato Paolo Bevilacqua

Paolo Bevilacqua, legale di Visintin, ha recentemente commentato la situazione, esprimendo una certa speranza che l’iscrizione nel registro degli indagati potesse contribuire a ridurre la pressione mediatica sul suo assistito. Bevilacqua ha avvertito che le interviste frequenti rilasciate da Visintin potevano risultare controproducenti e che domande incessanti avrebbero potuto portare a contraddizioni involontarie. Le preoccupazioni dell’avvocato si sono concretizzate quando è stato notificato l’avviso di garanzia a Visintin, firmato dal pm Ilaria Iozzi, responsabile del caso.

La perizia medico-legale e la nuova direzione delle indagini

La decisione di indagare Visintin è stata influenzata da una perizia medico-legale condotta da esperti nel settore, che ha escluso l’ipotesi di suicidio per Liliana Resinovich. La perizia, firmata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e dai suoi collaboratori, ha stabilito che la morte della donna era da attribuirsi a asfissia meccanica esterna. Questo documento ha presentato oltre duecento pagine di analisi dettagliate, sottolineando segni di violenza sul corpo di Liliana e confermando che la morte era avvenuta pochi giorni prima del ritrovamento del corpo, avvenuto il 5 gennaio 2022.

Le accuse del fratello di Liliana

Sergio Resinovich, fratello della vittima, ha rinnovato le sue accuse nei confronti di Visintin, sostenendo che ci siano elementi che giustificherebbero ulteriori indagini. Ha citato un presunto movente economico e ha invitato la magistratura a considerare il possibile coinvolgimento di familiari e amici di Visintin. Sergio ha affermato che il marito di Liliana avrebbe avuto interesse a far trovare il corpo per poter accedere all’eredità, sottolineando che solo lui avrebbe beneficiato finanziariamente dalla morte della sorella.

La scomparsa di Liliana e il ritrovamento del corpo

Liliana Resinovich, pensionata di 63 anni, è scomparsa il 14 dicembre 2021, dopo essere uscita dal suo appartamento. Il suo corpo è stato rinvenuto il 5 gennaio 2022, in un parco pubblico di Trieste, all’interno di sacchi neri. La posizione del cadavere e le circostanze della scomparsa hanno destato allerta e hanno avviato un’indagine complessa. Gli eventi che hanno portato alla sua morte sono ancora sotto esame, mentre gli investigatori continuano a raccogliere prove per chiarire la verità dietro a questo tragico caso.