Telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di cura per anziani e disabili
Un unico scopo: "proteggere i più deboli", ma c'è chi protesta, "è illogico, compromette il rapporto pedagogico"
AGGIORNAMENTO: Le commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato hanno dato il via libera. Il provvedimento approderà domani alle 15 in Aula e dovrà diventare legge entro il 17 giugno. Dal Senato tornerà poi alla Camera.
Forza Italia e Cinque Stelle si sono uniti, per un unico scopo comune: “proteggere i più deboli”. La Camera ha approvato, finalmente, la legge per le telecamere obbligatorie negli asili, nelle scuole e nelle case di cura degli anziani e dei disabili. Lo scopo è quello di mettere fine ai maltrattamenti e agli abusi che ogni giorno si verificano in queste strutture e che lasciano il nostro paese, sconvolto e soprattutto, impaurito!
Persone deboli, traumatizzate a vita, da insegnanti e operatori che non hanno la pazienza di fare il proprio lavoro! Si parla di violenze fisiche ed anche sessu@li, di violenze psicologiche, di gesti che ti segnano a vita e dai quali, a volte, non riesci a riprenderti. Queste telecamere verranno installate sia nelle strutture pubbliche e private, a circuito chiuso e i filmati potranno essere analizzati solo in caso di sospetti e di denunce e potranno essere visionate soltanto le forze dell’ordine!
A questo scopo, per i primi tre anni, ci saranno ben 5 milioni di fondi. O almeno, è quanto riportato per ora,
La proposta era già stata fatta lo scorso 2016, come ha dichiarato Gabriella Giammanco, la vicepresidente di Forza Italia, ma si era poi arenata davanti al Senato.
Queste telecamere permetteranno ai genitori di vivere in modo sereno, senza continuare a leggere quei titoloni in grassetto, su quei numerosi giornali, che parlano di bambini violentati, picchiati, maltrattati da coloro, che invece, dovrebbero solo dargli un istruzione, un futuro!
La proposta è stata firmata da da senatori di Lega, Movimento 5 stelle, Forza Italia e anche del Partito democratico.
La parte opposta, la parte contro questa legge, è la Cgil, insieme ad altri sindacati. Questa decisione è “illogica” perché “criminalizza i dipendenti compromettendo il rapporto pedagogico”. Non solo: in questo modo “esplodono le malattie professionali e peggiorano progressivamente le condizioni di lavoro”.