Thiago deceduto per asfissia: interrotta la circolazione del sangue nel corpo della mamma Giulia Tramontano
Il piccolo Thiago è morto per asfissia, mentre era nel pancione della sua mamma. Non ha più potuto respirare dal momento in cui lei è stata uccisa e il sangue non circolava più nel corpo di Giulia Tramontano
Non ha più potuto respirare nel grembo della sua mamma, che ha perso la vita per mano del suo compagno, il papà del piccolino diventato un angelo ancor prima di nascere. Thiago è deceduto per asfissia, come emerso dagli esami medici condotti sul corpo della madre e sul feto. Asfissia provocata dall’interruzione della circolazione del sangue nel corpo di Giulia Tramontano, dopo che Alessandro Impagnatiello l’ha colpita più volte.
L’autopsia ha sottolineato come nel momento in cui è iniziata l’azione omicidiaria, il bimbo si sia spento all’interno del grembo per una forma asfittica derivante dal fatto che è smessa la circolazione del sangue, senza che fosse iniziato il parto.
Queste le parole dette durante un’intervista alla trasmissione Detto da Voi, di TeleLombardia, dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti. Il legale assiste la famiglia di Giulia Tramontano nel processo ad Alessandro Impagnatiello. L’uomo di 30 anni ha tolto la vita a lei e al piccolo Thiago che la giovane donna porta in grembo.
Giulia Tramontano, quando è stata uccisa dal padre del figlio che portava in grembo nel loro appartamento di Senago, in provincia di Milano, lo scorso 27 maggio, era incinta al settimo mese di gravidanza.
Dopo l’omicidio l’uomo ha anche tentato di bruciare i suoi resti. Poi ha nascosto il suo corpo privo di vita in un sacco nero messo in un’intercapedine tra due garage, nella speranza di farla franca. L’accusa chiede l’ergastolo, ma il suo avvocato potrebbe chiedere di accedere alla giustizia riparativa per evitare la cella a vita.
Thiago deceduto per asfissia: la mamma era al settimo mese di gravidanza quando il compagno, suo papà, le ha tolto la vita
È possibile domandare un percorso di giustizia riparativa anche per reati di terrorismo, di mafia, di violenza sessuale indiscretamente. Quindi, rispetto a questa ottima evoluzione normativa che ossequia il principio secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, io ho più di una riserva che non riguarda solo il caso che mi occupa, cioè quello di Giulia Tramontano il cui processo si farà nelle aule di giustizia.
Questo il commento dei legali che difendono il barman di 30 anni.