Torino, il killer di Stefano Leo confessa

Torino, il killer di Stefano Leo: "Sono stato io, l'ho ucciso perché era felice. Doveva soffrire".

Torino, il killer di Stefano Leo: “Sono stato io, l’ho ucciso perché era felice. Doveva soffrire”. Ha confessato il killer di Stefano Leo, un ragazzo di 33 anni di Biella sgozzato sabato 23 febbraio sul lungo Po Machiavelli.

Il killer è un ragazzo di 27 anni, cittadino italiano nato in Marocco nel 1992, Said Mechaout. Nel 2015 si era separato dalla moglie ed aveva dei precedenti per maltrattamenti in famiglia, inoltre dopo aver perso il lavoro, negli ultimi mesi stava vivendo a Ibiza e in Marocco, poi era tornato a Torino ma era senza lavoro e non aveva nemmeno una casa.

Ieri sera ha confessato ai carabinieri che ha scelto di ammazzare lui perché quando l’ha visto gli era sembrato troppo felice e non era riuscito a sopportare la sua felicità. “Volevo uccidere un ragazzo come me, togliergli tutte le promesse che aveva, toglierlo dai suoi figli e dai suoi parenti. Ho scelto, tra tutte le persone che passavano, di uccidere questo giovane perché si presentava con un’aria felice. E io ho scelto di uccidere la sua felicità“.

Paolo Borgna, il procuratore vicario di Torino, ha commentato la vicenda utilizzando parole agghiaccianti: “Il movente che ci viene raccontato fa venire freddo alla schiena“.

Il killer non conosceva la vittima, gli agenti hanno indagato senza sosta per cinque settimane e ieri alle 23.30 è arrivata la confessione shock: “Quella mattina ho deciso che avrei ucciso qualcuno. Sono andato a comprare un set di coltelli, li ho buttati tutti tranne il più affilato. Poi sono andato ai Murazzi e ho aspettato. Quando ho visto quel ragazzo ho deciso che non potevo sopportare la sua aria felice”.

Una confessione davvero scioccante, morire perché si è felici. Stefano, come faceva abitualmente, stava percorrendo la passerella sopra al Po per recarsi nel negozio dove lavorava, faceva il commesso alla K-way di piazza Cln. In quel momento stava ascoltando la musica con i suoi auricolari e non si era accorto che qualcuno si stava avvicinando a lui, entrambi i giovani vivevano a Torino da qualche mese. Stefano si era trasferito in città a dicembre del 2018, prima lavorava in Australia in una comunità di Hare Krishna e dopo molti mesi fuori casa, era ritornato. Qui, purtroppo ha trovato la sua morte. Sono in corso gli aggiornamenti su questa vicenda davvero tragica.