Tragedia dopo una puntura di zanzara: c’è paura in città. Cos’è successo

Una donna di 82 anni è deceduta a causa del virus West Nile, mentre le autorità sanitarie avvertono di un aumento dei contagi nella provincia di Latina e rafforzano le misure di prevenzione.

Una donna di 82 anni è deceduta dopo alcuni giorni di ricovero a causa di febbre alta e stato confusionale. Nonostante le cure ricevute in ospedale, le sue condizioni sono rapidamente peggiorate, portando a un esito fatale. La Regione Lazio ha confermato ufficialmente la morte e l’identificazione del virus responsabile.

Le autorità sanitarie hanno comunicato che il tragico evento non è isolato. Nella stessa regione sono stati registrati altri sei casi di contagio, tutti nella provincia di Latina. Due dei pazienti sono in condizioni critiche, aggravate da patologie preesistenti, e sono attualmente seguiti presso l’ospedale Santa Maria Goretti. Gli altri quattro contagiati mostrano segni di miglioramento e non destano preoccupazioni immediate. Le autorità hanno quindi intensificato i controlli e innalzato il livello di allerta, prevedendo una possibile ulteriore diffusione del virus nei prossimi giorni.

West Nile, chi è la vittima

In risposta all’aumento dei casi, la Regione Lazio ha avviato un piano straordinario per contrastare la diffusione del virus West Nile. Dal 17 luglio è stata implementata una rete di sorveglianza sanitaria e ambientale, volta a identificare tempestivamente nuovi casi e a intervenire nelle aree più vulnerabili. Le misure adottate comprendono una maggiore sensibilizzazione del personale medico e veterinario, disinfestazioni mirate nelle zone a rischio, campagne informative per la popolazione e controlli sugli animali che potrebbero essere coinvolti nella catena di contagio. La Regione ha evidenziato che nella provincia di Latina la zanzara Culex pipiens trova habitat ideali nei canali di irrigazione e nelle canalette di scolo, assicurando che i comuni stanno già eseguendo le bonifiche necessarie.

Il virus West Nile si trasmette principalmente tramite la puntura di zanzare attive durante le ore notturne. Gli uccelli selvatici fungono da principale serbatoio dell’infezione, ma anche i cavalli possono contrarre il virus, sebbene i casi umani siano più rari. Nella maggior parte dei casi, l’infezione non presenta sintomi o causa solo disturbi lievi come febbre, nausea e mal di testa. Tuttavia, negli individui più vulnerabili, come gli anziani o le persone immunodepresse, l’infezione può progredire in complicazioni neurologiche gravi, come meningite, encefalite o paralisi, talvolta con esiti fatali, come nel caso della donna recentemente deceduta.

Le autorità regionali esortano la popolazione a non sottovalutare il rischio e a adottare misure di protezione efficaci. Tra le raccomandazioni figurano l’uso regolare di repellenti, la scelta di abiti chiari e lunghi durante le ore a rischio, l’eliminazione di ristagni d’acqua in giardini e abitazioni e l’installazione di zanzariere. In un’estate caratterizzata da alte temperature e condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione delle zanzare, la prevenzione si conferma come l’unico strumento realmente efficace per contenere la circolazione del virus.