Umberto Gastaldi non c’è più: il professore di filosofia era stato adottato dai suoi vecchi alunni
Il professore di filosofia che era stato adottato dai suoi vecchi alunni non c'è più. Umberto Gastaldi si è spento, tra l'amore degli studenti che non l'hanno lasciato da solo fino all'ultimo
Si è spento tra l’affetto degli studenti a cui aveva insegnato e che non lo hanno mai lasciato solo. Umberto Gastaldi non c’è più. Il professore di filosofia era stato adottato dai suoi vecchi alunni. Quando avevano scoperto in che condizioni viveva e che stava male, gli ex ragazzi, ormai diventati adulti, lo hanno accolto, prendendosi cura di lui fino all’ultimo respiro. Per non farlo andar via in solitudine.
L’insegnante di filosofia delle scuole superiori, che aveva avuto la sua cattedra presso il Liceo Scientifico Gobetti di Torino, era andato in pensione. Aveva deciso di trasferirsi a Vicenza ed era sempre rimasto in contatto con i suoi ex studenti.
In particolare aveva stretto un rapporto di amicizia con i ragazzi che avevano seguito il suo corso al liceo scientifico e che avevano ottenuto il diploma di Maturità nell’anno scolastico 1979/1980. Si scrivevano spesso, anche dopo il pensionamento del professore.
Dopo le lettere e le mail, studenti e insegnante avevano iniziato a scriversi su Facebook. Un giorno l’uomo ha smesso di rispondere e i suoi ex alunni si sono preoccupati, perché non era un comportamento che si sarebbero aspettati.
Una di loro, Nicoletta Bertorelli, aveva deciso di cercare il professore di 82 anni, che si trovava ricoverato in una struttura sanitaria. Quando sono riusciti a chiamarlo, lui ha chiesto una semplice cosa:
Prendete voi i miei libri, recuperate le mie lettere.
Addio a Umberto Gastaldi, i suoi ex alunni lo avevano adottato
La donna è subito partita per andare a casa sua a Vicenza e assisterlo, sostenuta dagli ex compagni che lo hanno praticamente adottato. Tutti si sono mobilitati per non farlo rimanere solo negli ultimi mesi di vita.
Nove mesi dopo, infatti, il professore è volato in cielo. Come aveva scritto in una poesia del 1978, se n’è andato con una morte gentile, lasciando un testamento spirituale, circondato dall’affetto dei suoi studenti.