Uova pericolose: sequestrati dai Nas 32mila pacchi sospetti

Sono stati 32mila pacchi sospetti di uova pericolose perché prive di tracciabilità e tenute in condizioni non ottimali. Ecco cosa si è scoperto dal blitz dei Nas.

Sono stati sequestrati 32mila pacchi sospetti di uova pericolose perché prive di tracciabilità e tenute in condizioni non ottimali.

I Nas hanno effettuato dei blitz nel mese di settembre in tutta Italia e sono stati sequestrati più di 32mila pacchi sospetti di uova, 4.600 galline ovaiole e 30 tonnellate di mangimi non regolamentati.

Sono state riscontrate anche 101 violazioni amministrative e penali e 7 operatori del settore sono stati denunciati per maltrattamento di animali e frode in commercio.

I carabinieri del Nas hanno effettuato dei controlli e su 373 obbiettivi, sono state individuate delle irregolarità in 66 casi.

È allarme salute, sono state sequestrate 26mila uova. I militari del Nas hanno trovato “situazioni di sovraffollamento nella stabulazione degli animali, mangimi in cattivo stato di conservazione, uova vendute per qualità diverse da quelle possedute, prive di tracciabilità o con stampigliature fuorvianti, detenute in condizioni e ambienti non idonei, in alcuni casi in strutture abusive“.

I carabinieri hanno anche constatato l’uso di depositi e di strutture di imballaggio delle uova che sono risultati non censiti, gli ambienti sono risultati mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori.

Per questo motivo, alcune aziende sono state chiuse e altre sospese, in totale sono 9 e il loro valore ammonta ad oltre 2 milioni di euro.

Le violazioni invece ammontano a 130 mila euro, le uova, le galline e i 30 mangimi sequestrati invece hanno un valore di circa 185 mila euro.

Nella nota dei Carabinieri si legge: “Nel corso delle ispezioni sono stati anche eseguiti 133 campioni di uova, prodotti derivati e matrici ambientali, al fine di accertare l’eventuale impiego di sostanze non consentite, non solo in riferimento a disinfestanti ed insetticidi, ma anche all’uso indiscriminato di antibiotici e medicinali, nonché alla corretta somministrazione di alimenti zootecnici e dell’acqua. Gli esiti delle analisi di laboratorio finora pervenuti, pari al 30% dei reperti eseguiti nell’ambito del monitoraggio, non hanno evidenziato irregolarità“.

Ed ancora: “Gli interventi hanno consentito di individuare situazioni di significativa gravità e di impedire la prosecuzione di condotte lesive della lealtà commerciale e di potenziale pericolo per la salute, come la mancata adozione delle misure di biosicurezza, previste dai piani di controllo e sorveglianza per la prevenzione dell’influenza aviaria“.