Valeria Fioravanti, tre medici a processo: scambiarono la meningite per un mal di testa

La pm che coordina le indagini per il caso del decesso di Valeria Fioravanti, per cui oggi tre medici sono a processo, sostiene che il personale sanitario ha scambiato la meningite per un mal di testa

Per il caso del decesso di Valeria Fioravanti, sono tre i medici a processo. Secondo quanto riportato dalla Pm che coordina le indagini su questo caso, i dottori che hanno visitato la giovane donna hanno sottovalutato la sintomatologia riportata. Hanno scambiato la meningite, che ne ha poi causato il decesso, per un normale mal di testa, non iniziando subito quelle cure che, forse, avrebbero potuto salvarla.

Valeria Fioravanti

La richiesta della Pm per il caso del decesso di Valeria Fioravanti è quella di mandare a processo tre medici. La giovane donna di 27 anni ha perso la vita un anno fa per una meningite che non le è stata diagnosticata in tempo.

Secondo la Pm, i tre dottori hanno agito in cooperazione colposa, con diagnosi approssimative e terapie non solo sbagliate, ma anche controproducenti. Avevano liquidato il caso come una forte cefalea, nonostante si fosse presentata in due ospedali romani con sintomi davvero importanti.

Dopo un’operazione al Campus Biomedico di Roma, per la rimozione di una piccola cisti, Valeria Fioravanti aveva iniziato a lamentare un forte mal di testa. Era andata al pronto soccorso del Policlinico Casilino per capire cosa fosse.

Nonostante gli antidolorifici, aveva mal di testa e vertigini. Uno dei medici a processo le aveva prescritto allora del Toradol, ma il dolore era persistente. Il farmaco ha contribuito a nascondere la meningite.

Valeria Fioravanti meningite

Valeria Fioravanti, tre i medici a processo di due ospedali romani diversi

Il 4 gennaio Valeria Fioravanti era tornata in ospedale, questa volta al San Giovanni, con dolori in tutto il corpo, cefalea retronucale, dolore lombare irradiato a entrambi gli arti inferiori. Il secondo medico le fa un elettrocardiogramma. Un terzo medico l’ha visitata senza approfondire.

ospedali

Secondo la Pm, i medici hanno fornito una diagnosi di lombosciatalgia resistente alla terapia antalgica, senza valutare la storia clinica della paziente e la cefalea retronucale. Senza un approfondimento diagnostico o un esame obiettivo neurologico. I genitori della 27enne che insistevano affinché venissero fatti degli esami, inoltre, sarebbero stati cacciati via dalle infermiere.