Vira, la bambina con il numero di telefono sulla schiena sta bene ed è in un posto sicuro

La piccola Vira sta bene ed è salva. Tutti ricordano la foto della bambina con le scritte sulla schiena scappata dalla guerra in Ucraina

In molti ricordano la foto diventata virale sui social network, di una bambina in fuga da Kiev con il numero di telefono della sua mamma scritto sulla schiena.

Vira la bambina con la scritta sulla schiena

La donna aveva ben pensato di scrivere tutti i dati importanti di sua figlia, come il nome e il suo numero di cellulare, sulla sua schiena. Così qualunque cosa sarebbe successa durante la fuga, se le due si fossero separate, avrebbe avuto molte più possibilità di ritrovarla.

La bambina si trova in Francia

Sasha Makoviy, questo il nome della donna, ha recentemente fatto sapere sui social network che al momento lei e sua figlia sono arrivate in Francia e si trovano in un posto sicuro.

Aveva spiegato sui social network che per lei non era stato facile prendere quella penna blu e scrivere sulla schiena della sua Vira, il suo nome e cognome, la sua data di nascita e i recapiti della mamma e del papà. Ma prima di fuggire dai bombardamenti, aveva voluto assicurarsi un modo per salvarla. Per qualsiasi motivo, per qualsiasi pericolo, si sarebbero potute separare o se i soldati l’avessero uccisa, lasciando sua figlia da sola, qualcuno avrebbe potuto aiutarla.

 
 
 
 
 
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È difficile comprendere che oggi, nel ventunesimo secolo, devi fare questo tipo di scelte, solo per prepararti alla morte o alla separazione dalla tua adorabile bambina. Abbiamo avuto una vita bella e pacifica e in un giorno tutto si è capovolto ed è stato davvero davvero orribile. Ancora non riesco a togliermi questo biglietto strapazzato nelle tasche dei miei pantaloni.

Vira la bambina con la scritta sulla schiena

Sasha e Vira sono riuscite a lasciare l’Ucraina, sono arrivate prima in Romania, poi a Bruxelles e alla fine in Francia. Oggi mamma e figlia stanno bene e sono in un posto sicuro, ma hanno perso ogni cosa. La loro quotidianità, la loro casa, i propri averi, per colpa della guerra.