Radioterapia, effetti collaterali: la mappa

Radioterapia, effetti collaterali: alcuni esperti stanno creando una mappa per capire le conseguenze di questa terapia

Radioterapia ed effetti collaterali, qual è la mappa delle conseguenze più gravi e degli organi più colpiti? Il CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, e l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dato vita a un progetto per identificarei tessuti più a rischio.

radioterapia-effetti-collaterali

CNAO e l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBB), sede di Napoli, hanno deciso di dare vita a un progetto che è volto ad analizzare quali sono i tessuti sani, presenti vicini al tumore, che potrebbero soffrire di tossicità radio-indotta. Cioè di effetti collaterali legati alla classica radioterapia convenzionale, basata sui raggi X.

Laura Cella, ricercatrice Istituto di biostrutture e bioimmagini del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibb), spiega: “Integrando le informazioni di tali immagini, il Cnr-Ibb elaborerà un modello innovativo che indicherà le aree anatomiche più a rischio per l’insorgenza di effetti collaterali dovuti all’irradiazione, sfruttando per la prima volta il vantaggio della risonanza magnetica di fornire un migliore dettaglio anatomico dei tessuti a rischio. Il modello rappresenterà una mappa tridimensionale, integrando le immagini dei diversi pazienti, che sarà in grado di descrivere una relazione tra dose di radiazione somministrata e tossicità radio-indotta”.

radioterapia-effetti-collaterali

Mentre Guido Baroni, Ordinario di Bioingegneria Elettronica ed Informatica al Politecnico di Milano e responsabile dell’Unità di Bioingegneria Clinica di CNAO, aggiunge: “La collaborazione strategica tra CNAO e CNR-IBB permetterà di integrare un trattamento avanzato, quale l’adroterapia, con tecniche innovative per identificare aree di tessuti sani più sensibili alla radiazione ionizzante, così da derivare strategie per ridurre il danno radio-indotto e ottimizzare al meglio il trattamento. L’utilizzo di immagini acquisite nella routine clinica sui pazienti e la creazione di questa mappa di organi a rischio permetterà inoltre di implementare soluzioni mirate alla personalizzazione del trattamento, definendo quindi una terapia su misura per il paziente”.