Il Family Day

Oggi sono una persona con mille e mille domande

 

Avete presente la vostra faccia quando tirate fuori i panni dalla lavatrice e non vi tornano i calzini? Sì, lo so, è cosa fritta e rifritta, persino quel mostro di Rodari ne ha creato una fiaba meravigliosa, lo so. Ma i calzini spaiati sono l’unico esempio lampante e perfetto che mi viene in mente, voi, sedute per terra vicino l’oblò della lavatrice. Che alzate gli occhi dalla parte dei ricordi e vi rifate l’elenco delle cose che un’ora prima avete ficcato con forza.

Tutto combacia, tranne i calzini.
E che cazzo.
Che poi non siete tanti in famiglia.

Siete tre.
Te, il maschio alfa e tuo marito.
I calzini non possono confondersi fra di loro.

La filippina a cui dare la colpa non l’hai mai vista neanche in foto. Non ti puoi permettere qualcuno che ti faccia la ceretta mensilmente, figuriamoci se puoi prendere una che ti faccia la cucina quotidianamente.
E così rimani lì, ferma. Tipo un quarto d’ora. Te ne approfitti pure, io lo faccio sempre. In quel momento la tristezza è quell’amica che ti ha dato la possibilità di fermarti un istante, l’ultima volta che ci sei riuscita è stato la settimana scorsa quando hai fatto finta di essere stitica per poter stare sola e seduta cinque minuti in più.
Tutto per un paio di calzini spaiati di cotone stretti alla caviglia con i cuori dell’Oviesse.

Stai male.
Succede sempre.

E la tua faccia la conosciamo tutti, perché quella faccia è associata allo stomaco di tutte noi che diventa

Buio
Vuoto
Triste.

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Il Family Day

Ora il buio, il vuoto e la tristezza con la stessa faccia mi è arrivato per altre ragioni. Che per me sono effimere tanto quanto un calzino solitario dell’Oviesse.

Il Family Day.
Ancora.

Dio mio. Perché.

Scusate, io non sono ne una vera giornalista, né una politica, né una psicologa, né una sociologa. Sono una mamma, direi anche abbastanza giovane, ho creato la mia coscienza attraverso l’educazione di due normalissime persone, anzi prima di una sola, poi dopo qualche anno anche di una seconda. Sto crescendo mia figlia cercando di concentrarmi su poche, ma importantissime questioni come l’uguaglianza, il senso civico e, non ultima per importanza, la gentilezza.

Leggo il giusto di un po’ di tutto, cedo a qualche discorso populista, lo ammetto, ma sempre costituito da elementi per me fondamentali come l’amore.

Cioè l’amore. Che poi, ditemi comunque se è poco.

Credo di essere una persona semplice come te.

Ma allora perché ancora manifestare CONTRO altre persone normali come me?

Perché io la vedo solo così, scendere in piazza per un ideale, ok, posso non condividerlo, ma rispetto ciò per cui tu lotti, ma scendere in piazza per BLOCCARE l’espansione di una legge esistente dal millenovecentoottantaquattro, mi sembra un pochino assurdo.

Cioè tu, nel pieno delle tue facoltà mentali quella domenica ti alzerai, farai colazione, darai una carezza ai tuoi nani, leggerai mezza riga su Facebook, guarderai il risultato degli anticipi della serie A, ti laverai, ti pettinerai, prenderai la macchina, cercherai parcheggio (a Roma la ricerca può durare anche cinquanta minuti) e comincerai a inveire contro donne innamorate di donne e contro uomini innamorati di altri uomini.

Cioè queste persone tu non le conosci, ma ti rovini una domenica per boicottare i loro diritti.

Cioè queste persone tu non le hai mai viste, ma ti rovini la domenica utilizzando parole che non c’entrano un cazzo con i disegni di legge passati e futuri che si stanno studiano o approfondendo in parlamento.

Ripeto, io sono mediamente più ignorante di tutti voi messi insieme, però qui ragazzi non si sta parlando di matrimoni in pompa magna benedetti dal papa, ma di unioni civili, ovvero di stabilizzazione di diritti che dovrebbero essere alquanto estranei dal proprio orientamento sessuale. E qui non si sta parlando di adozioni modalità Ricky Martin dove due muscolosi vanno e scelgono l’orfanello e poi si rivendono la storia a Vanity Fair (che poi, pure qui, in realtà non ci sarebbe nulla di male), ma semplicemente di stepchild adoption, ovvero l’estensione di una legge già esistente grazie alla quale il compagno del genitore naturale del minore può adottare il minore stesso dopo un’attenta analisi da parte del tribunale della città di appartenenza.

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Il Family Day

Per cui lo slogan “difendiamo i bambini” già è in parte sbagliato semplicemente perché l’adozione viene vagliata in tribunale solo ed esclusivamente se già la coppia di fatto convive e ha già creato un proprio privato nucleo familiare.

Quindi cosa vai a difendere? Un bambino che già ama la compagna della mamma?

Come può tutto questo farti rodere così tanto il fegato da voler creare un impedimento a una legge già esistente e quindi farti fare anche una spiacevole figura di merda?

Ripeto, io sono ignorantissima e non conosco nulla riguardo la bioetica e le dinamiche psicologiche che intercorrono dentro un cervello di un bimbo amato da due uomini o due donne o da un uomo e basta o da due nonni o da una mamma single; e poi io sono sicuramente spicciola e populista perché mi aggrappo drammaticamente sugli specchi grazie a un insignificante dettaglio chiamato “AMORE”; e sono ancora e ancora più inetta perché utilizzo dati alla mano come una mappa geografica, all’interno della quale noi italiani siamo all’ultimo posto riguardo la stabilizzazione di leggi a favore di coppie same-sex, tanto da essere stati richiamati da quella cosa abbastanza contemporanea che si chiama Parlamento Europeo.

E sono una poraccia perché credo che un figlio sostanzialmente debba crescere bene e basta, perché tanto di bambini morti ammazzati da padri di famiglie “sane e normali” sono piene le cronache di tutti quotidiani, ma tanto ‘sti cazzi.

Ignorante
Populista
Inetta
Poraccia

Però, fortuna ha voluto che io sia eterosessuale.

E per questo io posso sposarmi, divorziare, adottare e magari in contemporanea essere anche una madre di merda se lo volessi.

Tanto io ho la patata e quella di un’altra proprio non la desidero.
Tanto il nostro sostanzialmente è ancora un paese governato dalla Chiesa, per cui fanculo la Costituzione e viva il Giubileo.
Tanto io il mio bel posticino nel mondo ce l’ho e non devo lottare per nessun diritto come le mie bisnonne che neanche potevano votare perché piegate a figliare e cucinare.
Tanto c’è tempo, prima o poi sti gay lo avranno il matrimonio come le puttane hanno avuto l’aborto e come gli infedeli il divorzio.

Tanto stiamo ancora nel 2016.