Cultura in formato snack: diventiamo quel che mangiamo e lo indossiamo

Chiara Liotti e la Collezione Snack Culture

 

“Il cassetto del comodino stracolmo di snack, merendine, zuccheri, conservanti, coloranti. Tanto pieno da non riuscire più a chiuderlo. Ho un pessimo rapporto col cibo.
L’importante, credo, è esserne almeno consapevoli. 
Quel cassetto è un simbolo. Del consumismo ossessivo compulsivo ma anche della cultura di cui siamo schiavi, anch’essa in formato snack, da sgranocchiare.
Cultura dello snack. Cultura in formato snack. Diventiamo quel che mangiamo.
I conservanti che assumiamo non solo fanno danni all’ambiente, ma sopravvivono addirittura alla nostra morte. I nostri corpi, in decomposizione, si conservano più del solito. Paradossalmente non siamo più noi a mangiare il cibo ma è il cibo che divora noi.”
Chiara Liotti 

Chiara Liotti

Chiara Liotti, involucri delle merendine tagliati a strisce

Chiara Liotti è una studentessa del secondo anno di magistrale del corso di laurea Arti Visive e Moda, indirizzo MODA, presso lo IUAV di Venezia.

La sua ultima collezione di moda è pura arte contemporanea: “Snack Culture”, un progetto sperimentale e di forte concetto che mira ad una riflessione collettiva sul cibo e sul consumo alimentare. 

Chiara Liotti, "Snack Culture"

Chiara Liotti, “Snack Culture”

Le creazioni di Chiara sono state presentate durante il FASHION AT IUAV 2016 che si è tenuto a Venezia nelle giornate del 30 giugno e del 1 luglio, negli spazi Tolentini e Area ex Magazzini Frigoriferi. Una due giorni che ha unito la riflessione attorno ai temi che definiscono la moda italiana e internazionale, e la presentazione delle collezioni finali progettate dai laureandi dei corsi di laurea triennale e magistrale.

La giovanissima Liotti ha così fatto sfilare le sue camice patchwork di packaging di merendine, camicie proprio fatte con gli involucri delle prelibate schifezze che mangiamo.

Tutti i loghi delle marche di cibo sono state “grattati” via in modo da renderli meno riconoscibili. Ciò nonostante si riesce comunque ad identificare i marchi dei vari supermercati, perché la nostra memoria ne è satura. Il gioco è proprio quello: tutti conosciamo la Coop, la Conad o Briò,  perché questi luoghi comuni ci sovrastano.

Gli abiti di Chiara Liotti, dunque, sono pop, ironici ed intelligenti, oltre che dotati di un indiscutibile fascino contemporaneo.

La sua arte è la moda e lo stile del riciclo creativo, che sottolinea la fragilità di questa cultura, la sua delicatezza.

Sfilata del 1 luglio 2016 a Venezia

Sfilata del 1 luglio 2016 a Venezia

Chiara ha presentato anche un camice fatto di buste in amido di mais ed incredibili capi in maglia, ottenuti con involucri di merendine (packaging), ritagliati in strisce tutte uguali, a formare un filo poi lavorato a ferri. Modellisticamente parlando quest’ultimo tipo di abito ricorda una busta, un sacco. Potremmo definirlo uno scamiciato lungo con bretelle, ma la forma denuncia l’idea di una persona imbustata: “Penso che ognuno di noi diventa il prodotto che la società nel bene o nel male ci impone”.

Diventiamo quel che mangiamo e lo indossiamo. 

Chiara Liotti

Chiara Liotti, Collezione Snack Culture

Chiara Liotti

Chiara Liotti, la maglia di involucri di merendine