Giocattoli vintage: indimenticabili compagni d’infanzia

Ripercorriamo insieme la storia del giocattolo dagli anni 70 ai 90.

 

Il mondo del gioco è magnificamente sfuggevole e indefinibile, dove la fantasia si unisce all’apprendimento in un impasto i cui confini labili non sono parametrabili con le età.
La storia del giocattolo scandisce l’evoluzione della civiltà, perché, oltre a esplorare i gradi di educazione e di fantasia, segue il progresso scientifico e tecnologico che è lo specchio del tempo.
Gli antichi Egizi, i Sumeri, i Greci e tutte le più antiche civiltà hanno lasciato tracce archeologiche di giocattoli primitivi. I birilli, ad esempio, erano conosciuti già nel IV secolo a.C. ed è magnifico come tale gioco sia stato capace di attraversare i secoli e resistere sino a oggi. La corda, l’altalena, il bastone, l’aquilone, l’arma, la bambola sono giocattoli esistiti da sempre e questo spiega la radice comune e l’istinto immutabile di tutti i bambini del mondo e di tutte le epoche storiche.

Il cavallo di legno

Il cavallo di legno

I giocattoli sono un pezzo della nostra storia personale. Con loro abbiamo sognato, abbiamo riso, abbiamo stretto le prime amicizie e fatto le prove di quello che saremmo voluti diventare da grandi.

Completamente puri e privi di hi-tech come quelli dei bambini di oggi, i giocattoli “vintage” sono stati i primi amori, perché è stato importante coccolare Cicciobello e preparare la Barbie per una serata speciale, così come è stato geniale fare intrugli di tutti i tipi con il Dolce Forno e il Piccolo Chimico.

C’è chi li conserva in soffitta, chi li ha tramandati ai figli, chi se ne è separato per forza di causa maggiore o per superficiale indifferenza. Ma rimarrà sempre intatto il ricordo dei propri amici inanimati, come un mito nostalgico che risveglierà il proprio ego Peter Pan.

Anni ’70

I giochi e i giocattoli degli anni Settanta raccolgono le storie fantastiche dei figli di chi ha fatto la rivoluzione o almeno ne ha respirato il gusto.

Erano gli anni dell’ Ufo Solar, il cilindro di plastica che una volta gonfiato raggiungeva dimensioni di 3 mt per 80 cm di diametro e si innalzava in cielo grazie allo stesso principio fisico delle mongolfiere. Bastava una bella giornata di sole, si scendeva in cortile e tenendo la bocca del cilindro aperta si iniziava a correre fino a farlo gonfiare; chiudendolo poi con del filo, si attendeva qualche minuto in modo che il volume d’aria venisse riscaldato dal sole. Dunque si volava. Pubblicizzato su Topolino, lo si poteva acquistare in edicola o in cartoleria per 2000 lire.

Il Discovideo ed il Giradischi

Il Discovideo e il Giradischi

Poi scoppiò il boom delle Palline Magiche di gomma super rimbalzanti e delle Biglie, di Crystal Ball, di Barbie e Ken, di MonCiccì e di Mister Muscolo, le piste Polistil, i Lego e i Playmobil e il Das (fratello maggiore del Pongo). E con le figurine Panini si giocava a dire “ce l’ho, ce l’ho, non ce l’ho!!!!” e ci si scambiava stickers dal profumo unico.

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Dolce Forno vs Friggi Friggi

A cavallo con gli anni ’80 il mondo dell’infanzia si è diviso tra il dolce e il salato. C’era chi era Dolce Forno e chi era Friggi Friggi.

Anni ’80

Nel 1980 nasce il Cubo di Rubik, il giocattolo più venduto della storia.

Crescere negli anni ‘80 è stato molto bello. Merendine tossiche e buonissime, tute da ginnastica acriliche degne del peggiore cinese, palle in aria alla Mila e Shiro e partite infinite alla Holly e Benji.

Sono gli anni dello Slaim, quella materia verde gelatinosa e disgustosamente irresistibile e sono gli anni di tantissimi pupazzetti di plastica che animavano i pavimenti di lunghi pomeriggi della mia generazione.

He-Man and the Masters of the Universe Mattel (1982–1988)

He-Man and the Masters of the Universe Mattel (1982–1988)

Bastava dire “I Master”, che si invocava un’icona assoluta anni ’80. I giocattoli hanno riscosso successo enorme quasi prima della seria animata. Nelle stanze di un bambino su due c’era il castello di Grayskull e i suoi personaggi, con He-Man e Skeleton e l’eterna lotta tra il Bene ed il Male. Per il potere di Grayskull, a me il potere!”

 My Little Pony (1981)

My Little Pony (1981)

Smielatissimi e colorati, come si faceva a non amarli? I piccoli pony volanti con le criniere colorate da pettinare. Si sognava con loro di galoppare sull’arcobaleno. Creature anni ’80 che sono ritornate anche sugli schermi e nelle ceste giochi di oggi. C’è chi invece preferiva i Puffi, piccoli e di plastica rigorosamente blu.

PLAYMATES FUN-TO-DRIVE

PLAYMATES FUN-TO-DRIVE

Il Playmates Fun-To-Drive non era solo un videogioco. Una macchinina sulla plastica trasparente si muoveva sul display tramite il volante, mentre il fondale luminoso andava per i fatti suoi. TOP, perché c’era il rumore dell’accensione del motore girando la chiave e i fari ribaltabili che si illuminavano davvero sul davanti del cofano della Corvette.

Teenage Mutant Ninja Turtles Playmates Toys Inc. (1988–1996)

Teenage Mutant Ninja Turtles Playmates Toys Inc. (1988–1996)

Le fantastiche Tartarughe Ninja, si amavano o si odiavano. L’humour pop di Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raffaello ha saturato il mercato sino alla metà degli anni ’90, in versioni infinite, trasformabili, samurai, spaziali, hawaiani e altra roba mega kitsch. Per fortuna, o purtroppo, oggi sono tornate nei negozi di giocattoli con un nuovo look.

Anni ’90

Così lontani così vicini, gli anni ’90 sono completamente dominati dal potere della TV che ha plasmato le voglie e i desideri di una generazione di bambini. La presenza dell’elettronica si insinua un po’ ovunque e si adottano alieni da curare e accudire, i Tamagotchi.

Tamagotchi, 1996

Tamagotchi, 1996

Se il Tamagotchi era un gioco teoricamente unisex, meno ambiguo era il target delle mostruose Polly Pocket, assolutamente per bambina, e i Power Rangers per i bambini. Per fortuna c’era il Super Liquidator, l’evoluzione della pistola ad acqua, che riportava un po’ il senso di un sano gioco all’aria aperta e da fare in condivisione con gli altri.

Polly Pocket vs Power Rangers

Polly Pocket vs Power Rangers

I giocattoli sono sempre di più sostituiti dai videogiochi, dal Game Boy e dalla Playstation, perché il “monitor” è diventato il nuovo amico ed è solo un antipasto di quello che sarebbe successo 10 anni dopo.

Proprio grazie alla TV, Fiorello e il Karaoke accesero il divertimento in casa. Canta tu mania, allora, divenne una nuova formula di gioco condiviso con la famiglia e con gli amici che riuniva a sé tutte le generazioni.

Canta tu

Canta tu

Gli anni 2000 non hanno ancora quel gusto nostalgico che li colloca nei ricordi e nel mondo dei giochi perduto, quindi, facendo un necessario salto temporale, è importante dire che nel 2016 l’impero Mattel lancia ThingMaker, la stampante per creare i giocattoli fai da te. 

La nuova stampante 3D Mattel potrà essere controllata tramite app per smartphone o tablet. Avrà un costo di circa 300 dollari e l’estetica sarà quella di un oggetto di plastica rossa con una finestra anteriore, così da poter vedere la propria creazione nascere sotto i propri occhi.

Il Dolce Forno dei bambini di oggi.

ThingMaker, Mattel. (2016)

ThingMaker, Mattel. (2016)