Labirinti in Italia, a Castello Cordovado quello di rose
Il Castello Cordovado ospiterà uno dei labirinti in Italia con giardino più belli del bel paese. Sarà fatto con le rose.
I labirinti in Italia sono luoghi dove perdersi immersi in una natura splendida e rigogliosa. A maggior ragione se questi labirinti sono realizzati in giardini da sogno, da visitare almeno una volta nella vita. Il Castello di Cordovado è uno di questi luoghi magici, dove perdersi tra rose, profumi e bellezza di un labirinto immerso nel parco di alberi e piante secolari da visitare se vi trovate in provincia di Pordenone.
Il Castello di Cordovado è entrato a far parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani nel 2018. Si trova in provincia di Pordenone e a maggio aspetta tutti i visitatori per perdersi tra le rose che fanno parte della natura qui presente. Nel parco ci sono alberi e piante che hanno letteralmente fatto la storia. E poi c’è un labirinto a forma di sole composto da rose damascene.
Benedetta Piccolomini, che ha creato il labirinto che è stato inaugurato nel 2015, spiega quali sono le iniziative del castello che gestisce insieme ai fratelli e con cui divide l’antina dimora di famiglia. Un parco e un labirinto che ci permetteranno di riscoprire la bellezza, ma anche la conoscenza.
Eventi al Castello di Cordovado
Dall’1 maggio al 2 giugno 2019 tantissimi gli eventi da non perdere. Si potrà camminare tra le 2mila rose damascene oleolifere del labirinto, dove si terranno anche letture di poesie tra cui quelle di Luigi Natale e lezioni di yoga e meditazioni sonore con Nicola Artico. E ancora, pic nic, musica, incontri con scrittori e artisti come Vincenzo Pezzella e il suo romanzo ‘La donna di tutte le vite, Elena Casagrande e Giorgia Favero del periodico filosofico ‘La Chiave di Sophia’ o Giulia Pivetta e ‘Le figlie dei fiori: un viaggio nel mondo della moda degli anni ’70’.
Si potranno ammirare le opere in vetro di Andrea Penzo ospitate all’interno del parco e molto altro ancora. Ma sicuramente è il labirinto di rose il fiore all’occhiello. Per la sua realizzazione sono stati seguiti i principi dell’agricoltura biodinamica di Rudolph Steiner, fondatore dell’antroposofia.