Perché i parrucchieri chiudono il lunedì? Per colpa di un omicidio

I parrucchieri chiudono il lunedì per l'omicidio di un barbiere: tra leggenda e mistero

Molti di noi si sono sempre chiesti il perché della chiusura dei parrucchieri proprio il lunedì. Perché non chiudere alla domenica, il giorno di riposo per eccellenza, e invece preferire il lunedì? La risposta potrebbe non essere così semplice come ci aspettavamo. Sì, perché pare che dietro alla risposta si celi una storia misteriosa, un omicidio. La storia dei parrucchieri è molto antica. Nel passato, ovvero nella primo periodo della storia dell’essere umano, tagliare i capelli equivaleva a tagliare con il passato, con le negatività lungo il tragitto della vita.

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Non è sempre stata una questione di mera igiene o bellezza estetica. Oggi, avere i capelli in ordine, magari con un taglio e un colore alla moda, è una pratica molto diffusa. Eppure, per tutto il Medioevo, i parrucchieri/barbieri non si limitavano a occuparsi della chioma o della barba. No, erano persino dei chirurghi. Con lo studio e l’introduzione della Medicina e della prima Università Medica in Europa (che si trova a Salerno), durante il ‘700 i parrucchieri si limitarono a occuparsi della chioma.

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La storia, per rispondere alla domanda principale, è molto vecchia, ma abbiamo una data: il 1742. Un barbiere dell’epoca aveva ucciso una giovane donna, una prostituta. Il movente era la gelosia e aveva utilizzato uno dei rasoi del suo negozio. Ovviamente, a riguardo non si indagò a sufficienza, perché all’epoca non vi era la strumentazione adatta. Tuttavia, il barbiere fu impiccato proprio il lunedì. Per andare ad assistere all’impiccagione del barbiere, molti decisero di chiudere i propri saloni di bellezza per riunirsi attorno ai genitori del condannato a morte.

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In segno di rispetto, i barbieri chiusero sempre il lunedì. E, da allora, questa pratica è tutt’oggi utilizzata dalla maggior parte dei parrucchieri, sebbene con il tempo si sia un po’ persa. Dunque, una macabra storia si cela dietro al motivo, ma sarà vero? Oppure ci troviamo di fronte a una leggenda metropolitana?