Perché mi sento stanco?
Perché mi sento stanco? Te lo sei chiesto varie volte, senza mai trovare la vera risposta. Ecco cosa hanno scoperto gli psicologi.
Perché mi sento stanco? Sappiamo che te lo sei chiesto varie volte, senza trovare la vera risposta. A volte ci sentiamo tristi, come se la vita fosse vuota e priva di significato. Quando le persone ci chiedono cosa c’è che non va, diciamo che siamo solo stanchi. Ma sotto quella vaga stanchezza c’è tanta tristezza. È quell’amico grigio che trova una casa nel nostro cuore e nella nostra mente. Entra senza permesso e ci riempie di apatia.
Ammettiamolo, tutti abbiamo già vissuto questa sensazione a un certo punto della nostra vita. Quando sentiamo l’emozione cupa e pervasiva della tristezza, andiamo dritti a “Dott. Google”. Quello che stiamo cercando è una diagnosi. Parole come “depressione”, “anemia”, “ipotiroidismo” appaiono sullo schermo. Quando la tristezza trova una casa dentro di noi, la vediamo immediatamente come qualcosa di sbagliato. La consideriamo come una malattia di cui abbiamo bisogno di liberarci il prima possibile. Come se stessimo scuotendo la polvere dai nostri vestiti sporchi. Non ci piace e vogliamo difenderci da lei senza fermarci a capirla. Non scaviamo più a fondo nei suoi angoli oscuri dove potremmo scoprire molto di noi stessi.
Dimentichiamo che la tristezza non è una malattia. Non capiamo che la tristezza e la depressione non sono la stessa cosa. Finché questa emozione non dura troppo a lungo o non interferisce costantemente con la nostra vita, in realtà è un’opportunità. Per quanto paradossale possa sembrare, la tristezza è un’opportunità per andare avanti e crescere come persone.
Ci sentiamo sempre stanchi senza immaginare che potrebbe esserci qualcosa di nascosto sotto questa stanchezza.
A volte attraversiamo una fase quando andiamo a letto stanchi e ci svegliamo stanchi. Potremmo andare dal dottore ma i test ci diranno che non c’è niente di sbagliato nelle nostre analisi. Non c’è squilibrio ormonale, deficit di ferro o qualsiasi altra malattia. Il dottore ci dirà che potrebbe essere solo il cambio di stagione. Che è solo un piccolo disturbo d’umore stagionale. Qualcosa di veramente piccolo che può essere risolto con alcune pillole. Ma alcuni stati emotivi non richiedono alcun tipo di aiuto medico. Quando sperimentiamo i loro effetti psicosomatici sul nostro corpo, ci spaventiamo. Quindi commettiamo l’errore di trattare il sintomo senza prima affrontare il problema sottostante: la tristezza.
Perché ci sentiamo stanchi quando siamo tristi?
I meccanismi cerebrali che controllano i nostri stati emotivi sono molto diversi l’uno dall’altro. La felicità innesca un’intera serie di connessioni e iperattività nelle nostre cellule e nel nostro cervello. Ma la tristezza è molto più spoglia e preferisce razionalizzare le risorse. Tuttavia, lo fa con un obiettivo molto specifico. Guardiamo cosa accade nel dettaglio.
- La tristezza genera un notevole calo di energia nei nostri corpi. Sentiamo anche la necessità di evitare la socializzazione. Ci mette a disagio. I suoni possono addirittura ferirci. Il rumore del nostro ambiente ci infastidisce e preferiamo un angolo solitario.
- Un fatto interessante è che la struttura responsabile di questo nel nostro cervello è l’amigdala. Ma solo il lato destro. Conosciuta anche con il nome di corpo amigdaloideo, l’amigdala è una ghiandola del cervello che gestisce le nostre emozioni e in particolar modo la paura. Questa piccola area del nostro cervello è quella che causa i nostri sentimenti di isolamento, inattività e stanchezza fisica … Tutto questo abbassamento di energia ha uno scopo: incoraggiare l’introspezione.
Quindi la tristezza riduce la nostra capacità di concentrarci su tutti gli stimoli esterni. È così per una ragione. Il nostro cervello sta cercando di dirci che è ora di smettere e pensare. È il momento di riflettere su alcuni aspetti della nostra vita.
Cosa c’è da sapere sulla tristezza occasionale
La tristezza occasionale, il tipo che prende il sopravvento per alcuni giorni e ci fa sentire stanchi, pesanti e scollegati dalla realtà, merita tutta la nostra attenzione. Possiamo trattare i sintomi e correggere la nostra stanchezza con le vitamine o il nostro mal di testa con gli antidolorifici. Ma le medicine non ci faranno stare meglio se non arriveremo al vero cuore del problema.
Se non lo facciamo, se non ci fermiamo a guardare ciò che offusca la nostra mente e ci fa preoccupare, potrebbe crescere. Ecco alcune cose da sapere sulla tristezza. Ci aiuteranno sicuramente a chiarire alcuni dettagli più piccoli.
Tre casi in cui la tristezza può essere buona
- La tristezza come avvertimento. Ne abbiamo parlato prima: perdita di energia, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Questi sono solo alcuni dei segni che abbiamo un problema e dobbiamo affrontarlo.
- La tristezza come distacco. A volte il nostro cervello ci avverte in anticipo di qualcosa che la nostra coscienza non ha ancora notato. “È tempo di chiudere quella relazione”, “L’obiettivo che ti sei prefissato non è buono”, “Non sei felice al lavoro, ti stai bruciando. Forse dovresti smettere…”
- La tristezza come istinto di sopravvivenza. Questo è interessante. A volte la tristezza ci invita a “ibernare”. Ci invita a disconnetterci temporaneamente dalla nostra vita in modo da poter risparmiare energia. È molto comune, ad esempio, quando proviamo una grande delusione. Se possiamo, sarà utile andar via per qualche giorno. Questo proteggerà la vostra autostima e la vostra integrità.
Per concludere, ci sono momenti nella nostra vita in cui la stanchezza non è tanto fisica quanto emotiva. Invece di vedere la tristezza come un disturbo da trattare, dovremmo vederlo come una voce interna da ascoltare. Dovremmo vederlo come un’emozione utile e preziosa di cui abbiamo bisogno per crescere.