Social eating, come funziona il ristorante a casa?
Scopriamo insieme cos'è e cosa prevede la legge italiana.
Di sicuro avete già sentito parlare del fenomeno della ristorazione del momento, il Social Eating o, per dirla all’italiana, il ristorante a casa. L’Italia è un paese che ama mangiare bene e ama cucinare, oltre che avere sempre gente a pranzo o a cena. E la ristorazione privata è proprio un’esaltazione di questa passione culinaria che ci contraddistingue fin da piccolini: la tendenza, come molte altre, è partita dall’America e ora spopola anche nel nostro bel paese. Ma come funziona la ristorazione privata?
In pratica chi vuole partecipare al progetto di social eating apre le porte della propria sala da pranzo, facendo pagare i propri ospiti. Esistono network appositi per unire domanda e offerta: chi apre le porte di casa propria, lo fa perché ama cucinare e ama la convivialità, potendo contare su ospiti sempre diversi, mentre chi prenota può contare su una cucina casalinga e su un ambiente che ci fa sentire a casa.
Ma non sono tutte rose e fiori, dal momento che una vera e propria regolamentazione non esiste, come spesso accade con questi fenomeni social della sharing economy: proprio come è successo con AirBnb, con proteste di albergatori e affittuari “in regola”, lo stesso accade anche per la ristorazione domestica, con i ristoranti “di una volta” sul piede di guerra per il diffondersi del social eating.
Proprio in questi giorni in Parlamento si parla dell’attività di ristorazione nelle abitazioni, anche e soprattutto da un punto di vista fiscale, ma senza dimenticare igiene e sicurezza del cibo che viene servito.
Insomma, un bel modo di guadagnare qualcosa in più, condividendo casa e cucina: ma certo che un po’ di trasparenza e regole non guastano!