Carmen dell’Orefice: 80 anni e sfila ancora

Un'icona della moda e una grandissima donna dalle origini molto umili e travagliate

 

Ricordo la fame. Ricordo il freddo e l’umido. Fu così che mi presi le febbri reumatiche”- rivela Carmen e quelle febbri furono la causa di una delle grandi delusioni della sua vita –“ Facevo balletto. Era la mia grande gioia. Avevo una borsa di studio al Ballet Russe. Ma dopo un anno a letto con la febbre ero diventata lunga lunga, magra e fragile. Quando tornai a lezione e tentai un plié, quasi caddi. Non avevo più forza nelle gambe. La carriera di ballerina era già finita. E quel giorno mi sembrò di morire”.
E così fu anche per la sua passione per il nuoto agonistico: la mancanza di cibo e la malattia resero purtroppo il corpo di Carmen troppo magro e fragile.

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Carmen Dell’Orefice

Icona di stile, Carmen dell’Orefice vanta ancora oggi una delle carriere più lunghe nella moda: per molto tempo è stata la fotomodella più pagata, basti ricordare che il suo è stato il celebre volto della campagna Chanel N°5 ispirando per anni addirittura  Salvador Dalí diventando la sua musa preferita.

Ma chi è davvero Carmen Dell’Orefice?

Italo-ungherese, classe 1931: suo padre era un musicista italiano e sua madre una ballerina. Un’infanzia difficile la sua, a causa dei problemi dei genitori che la portano a girovagare tra case famiglia fino al 1942 e affidamenti vari sino a quando si trasferisce a New York con la madre.

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Bella come un quadro

Un giorno, di ritorno dalla lezione di danza, Carmen venne notata dalla moglie di Herman Landschoff, fotografo di Harper’s Bazaar, per il suo corpo tanto delicato e i suoi occhi cosi profondi e da lì tutto ebbe inizio: a 15 anni, nel ’47, apparì sulla copertina di Vogue  diventando la prima teenager della storia apparsa su quella cover.

In seguito collaborò anche con Horst P. Horst, Cecil Beaton, Irving Penn, Francesco Scavullo, Norman Parkinson, Gleb Derujinsky, Richard Avedon (quest’ultimo, la immortalò ben 58 volte per l’edizione parigina di Harper’s Bazaar).

Ma non finisce qui: nel 2000 sfila per John Galliano, nel 2004 per Hermes, nel 2005 Marc Valvo disegnò esclusivamente per lei uno dei suoi famosi vestiti da sera e nel 2011 Carmen ha l’onore di indossare una sofisticata creazione di Alberta Ferretti sfilando a Palazzo Pitti.

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Ammaliante il suo fascino da 60enne

Se la sua vita lavorativa è stata da sogno, quella privata non è stata premiata allo stesso modo.

Sebbene ai suoi piedi abbia avuto numerosi uomini ricchi e potenti, ben tre sono stati i suoi matrimoni finiti male: l’ultimo fu proprio quello che Richard Kaplan.

E così anche la nostra Carmen si ritrova 4oenne e con una vita privata da ricostruire: la fortuna però (almeno quella lavorativa) continua a girare per il verso giusto.

Non sei mica male per una donna della tua età”- le disse scherzando Norman Parkinson e così poche settimane dopo ricompariva su Vogue, Harper’s Bazaar, Town and Country e molti altri ancora.

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Carmen da giovane

Arrivano anche i 60 anni, li supera brillantemente e Helmut Newton decide di volerla tra le sue modelle: la defini “ un distillato di sex-appeal ”.

Lei stessa dice: “Sì, certo, sono anziana: la sera sono stanca, mi fanno male le giunture e ho voglia di un lungo bagno caldo. Ma sono una professionista. Sono sempre puntuale sul lavoro e informata. E non sono un attaccapanni, voglio sapere cosa vuole lo stilista, voglio conoscere i suoi capi, renderli vivi”.

Intanto nel 2011 indossa una sofisticata creazione di Alberta Ferretti e sfila al Pitti da splendida ottantenne piena di fascino da vendere!

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Una bellezza senza tempo

Lo stesso anno la University of the Arts London, a riconoscimento del contributo all’industria della moda, l’ha insignita di una laurea onoraria e le ha dedicato una retrospettiva curata dall’illustratore David Downton, con le sue cover, alcuni dei suoi shooting d’archivio e fotografie tratte dal suo album personale.

Il Guinness dei primati le ha dedicato un capitolo: Carmen, un metro e settantotto di altezza, taglia 38, sguardo ammaliatore, zigomi alti, naso sottile, capelli argento platinato, gambe lunghe e fascino aristocratico, è una leggenda vivente oltre che icona di stile ed eleganza sofisticata.

Carmen Dell’Orefice ha saputo con intelligenza rinnovarsi e rimanere al passo con i tempi: ogni volta torna a splendere, destinata a rimanere una autentica stella nel firmamento.

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Affascinante e carismatica

Nonostante i numerosi aborti, i problemi emotivi con la figlia, il tracollo finanziario di cui è stata vittima per ben due volte dilapidando l’intero patrimonio personale lei è riuscita a rimanere una donna ottimista, semplice e solare.

Negli ultimi anni sia un partner che ho amato profondamente che mia madre sono morti e poi piano piano molti amici stretti. Ne ho tratto la mia filosofia”- dice Carmen stessa – “Mi sono impegnata a cercare di aiutare le persone a morire di una buona morte. Bisogna amare per mantenersi vivi e fare molto sesso per restare giovani, ma non puoi goderti la vita se non ti prepari alla fine delle cose. Io non credo al business da sepoltura e nell’annientare se stessi nel dolore e nel rimpianto. Io credo alla celebrazione della vita, e scelgo di mostrare alle persone, mentre sono in vita, quanto le amo e quanto mi preoccupo per loro. Sono anche un donatore di organi. Se la mia pelle e i miei occhi sono intatti sarà ottimo usarli e che si butti tranquillamente il resto nella spazzatura. Spero nessuno si sorprenda: voglio morire con i miei tacchi alti”.

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Oltre l’età: una 80enne che si fa ammirare

Recentemente ha preso parte a un documentario realizzato dal fotografo e regista Timothy Greenfield-Sanders per HBO, “About face: the supermodels, then and now”, il film è un viaggio nel concetto di bellezza e di vecchiaia.

Un’icona di bellezza, una donna forte e intelligente e piena di autoironia: ““Beh, se tu avessi il soffitto che cade in salotto, non faresti una riparazione?” e così con il sorriso sulle labbra non ha mai nemmeno fatto mistero dei suoi piccoli ritocchini per essere la più bella tra le belle.

Non ci resta che ammirarla.