La storia delle scarpe con i tacchi

Dall'antica Roma fino ai nostri giorni: l'evoluzione della più grande passione femminile

 

“Non so chi abbia inventato le scarpe con il tacco, ma sicuramente noi donne gli dobbiamo molto”. Queste la parole di Marilyn Monroe dedicate a una di quelle irresistibili passioni che coinvolgono più o meno tutto il genere femminile: le scarpe con i tacchi.

Ma chi ha davvero inventato le scarpe con il tacco?

Vi anticipo subito che questo argomento pare essere materia di discussione da tempo immemore.
Non facciamo sicuramente difficoltà a crederci dato che le calzature sono state di solito dei veri e propri marcatori di genere, classe, razza ed etnia, mentre sia il piede che la scarpa sono stati ritenuti influenti e potenti simboli fallici e di fertilità (non per niente ancora oggi si lega un paio di scarpe sull’auto degli sposini).

Con le scarpe si apre quindi davanti a noi un mondo immenso e affascinante e anche pieno di contraddizioni: tutte amiamo il tacco 13, ma sappiamo benissimo che non è affatto amico della nostra postura e della nostra schiena, così come confermato anche da  medici e studiosi del piede, eppure tutte ne siamo attratte e in qualche modo disposte a farci “un po’ del male” pur di indossare l’ennesima scarpa almeno tacco 12 che ci ha rubato il cuore.

Partendo dall’antica Grecia fino a Roma

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Le prime scarpe

La nostra amata scarpa in questo periodo aveva connotati piuttosto differenti da quelli attuali: i protagonisti erano i sandali con piattaforma, denominati kothorni, più tardi conosciuti come coturni, ed erano calzature con suole di legno o sughero a base alta, molto popolari soprattutto tra gli attori che li indossavano per sottolineare lo status sociale o addirittura la diversa importanza dei personaggi rappresentati.

All’epoca però, da un punto di vista prettamente femminile, si parlava di tacchi solo in correlazione alle prostitute, le uniche nell’antica Roma a indossare scarpe con tacchi alti.

Nel Medio Evo

Durante il Medio Evo le cose cambiano notevolmente e sia uomini che donne indossavano abitualmente zoccoli o suole di legno indubbiamente precursori del tacco alto.

Di certo però non indossavano questo genere di scarpe per bellezza, anzi, solo ed esclusivamente per praticità date le condizioni estremamente precarie delle strade dove le comuni scarpette in lino, seta o caucciù non avrebbero resistito nemmeno due giorni.

Dal 1400 alla fine del 1600 un viaggio partito dalla Turchia con destinazione l’Europa intera

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La Francia e le sue mode

Le famose chopines o zeppe sono state create in Turchia nel 1400 e solo verso la metà del 1660 si poterono ammirare in tutta Europa. Queste calzature erano molto particolari perché potevano avere dei rialzi in sughero o legno di 8-10 cm, ma talvolta anche di 18-20 cm, misura che richiedeva alle donne di usare bastoni o addirittura servitù per aiutarle a restare in equilibrio. Venivano indossate solitamente dal sesso femminile o da eunuchi.

I Veneziani hanno fatto delle loro  pianelle un vero e proprio status symbol, rivelando con esse la ricchezza e la posizione sociale delle donne e da questo periodo in avanti pare sia già lecito parlare di certe questioni riguardanti dominazione e sottomissione associate alle scarpe pensando soprattutto alle pianelle di loto della Cina.

Infatti, sia le concubine cinesi che le odalische turche indossavano scarpe alte, costringendo gli studiosi a ipotizzare che i tacchi fossero utilizzati non solo per ragioni estetiche, ma anche per impedire alle donne di fuggire dagli harem.

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I tacchi alti del 1800

Il 1500 fu sicuramente il periodo di effettiva crescita e sviluppo della scarpa con i tacchi: nel 1550 finalmente la scarpa era costruita in due pezzi, base e tacco, e per evitare ai cavalieri, sia maschi che femmine, di scivolare dalle staffe i tacchi dei loro stivali vennero resi più stilizzati e sottili dalla stessa Caterina de’ Medici che ne fece una vera e propria moda da utilizzare anche fuori dall’ambito prettamente equestre.

E infatti l‘invenzione formale dei tacchi alti è solitamente legata a Caterina de’ Medici che all’età di 14 anni era già fidanzata con il potente duca di Orleans, poi re di Francia.

Giovane e minuta di fronte alla regal altezza del Duca, si sentiva insicura pensando a quel matrimonio combinato e sapendo che sarebbe stata la regina della Corte di Francia, ma soprattutto temeva la concorrenza con l’amante del futuro marito, certamente più alta di lei, Diane de Poitiers.

Per stupire la nazione francese e anche il marito, ecco che Caterina durante una festa di ricevimento indossò delle scarpe con tacchi alti 7 cm che le avevano dato un fisico più imponente e un seducente ondeggiare quando camminava: il successo fu enorme e da allora i tacchi alti vennero associati con privilegio all’abbigliamento femminile.

La Francia del Re Sole, la Rivoluzione francese e la rivolta contro i tacchi alti

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La storia delle scarpe con i tacchi

All’inizio del 1700, in Francia, re Luigi XIV (il Re Sole) spesso portava tacchi con personali decorazioni che raffiguravano scene di battaglia in miniatura: questi rialzi vennero denominati “tacchi Louis” e la loro altezza toccava solitamente i 9 cm.

Il re decretò che solo la nobiltà potesse indossare rialzi colorati di rosso (les talons rogue) e che nessuno mai avrebbe potuto portarli uguali ai suoi.

Nel corso del secolo, una sorta di feticismo culturale del piede veniva manifestandosi in vari modi: molte donne iniziarono a coprire i piedi con nastri di seta per ridurne apparentemente le dimensioni. Come il corsetto, i tacchi alti scolpivano il loro corpo per farlo sembrare più aristocratico, raffinato e desiderabile.

Nel 1791, “i tacchi Louis” scomparvero con la rivoluzione e Napoleone bandì i rialzi, nel tentativo di mostrare l’uguaglianza tra i cittadini: il tacco veniva così abbassato notevolmente trasformandosi in un ridottissimo, minuto cuneo o sostituito da bassi rialzi a molla.

Verso i giorni nostri

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La moda e le scarpe

Da questo periodo al 1930 vennero creati quattro principali tipi di scarpe con tacchi, utilizzati dalle donne occidentali: il knock-on (o tacco a catena), impilati,  primaverili e il neo “tacco di Louis”.

Quando le calzature con i tacchi alti fecero il loro ritorno, alcune delle loro indossatrici si sentirono confortate anche con rialzi da dieci e tredici centimetri.

Infatti a metà ottocento la moda delle scarpe con i tacchi piano piano ritorna in voga grazie anche all’introduzione della macchina da cucire tanto che nel 1888 apre negli Stati Uniti la prima fabbrica di calzature.

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Salvatore Ferragamo lancia le scarpe nella storia della moda

Da qui un susseguirsi di alti e bassi per la storia della scarpa con il tacco destinata però alla sua implacabile ascesa, grazie al glamour del cinema americano e proprio in questo periodo nella moda si sentono nomi come quello di Salvatore Ferragamo, il calzolaio delle dive hollywoodiane che nel 1938 inventò il primo brevetto nella storia della moda per la zeppa in sughero.

Ne seguirono altre centinaia, tra cui il tacco a gabbia e oltre 20.000 modelli di scarpe.

Per lo stiletto invece bisogna ringraziare l’accoppiata esplosiva Christian Dior e Roger Vivier, citato per la prima volta sul Daily Telegraph del 10 settembre 1953. Un modello rivoluzionario con punta affusolata e tacco sottile a punta proprio come una lama.

Il resto? Beh… il resto è storia.