Swap party: il cambio di stagione diventa una festa
Il baratto si fa glamour e social
È tempo di cambio armadio, lo spauracchio più temuto da noi donne dopo l’insorgere delle prime rughe d’espressione (quelle di vecchiaia nemmeno le nomino). Oltre a seguire i nostri consigli per il cambio di stagione, vi veniamo incontro parlandovi di una novità che sta prendendo piede anche in Italia, una forma di baratto molto più glamour e divertente di un semplice mercatino: sono gli swap party.
Cosa sono e come funzionano? La tradizione degli swap party parte almeno una decina di anni fa in Usa e poi Uk e con tempi biblici arriva anche in Italia, prima nelle metropoli e, grazie a pioniere come la fashion blogger Smilingchic, anche nelle cittadine di provincia. Lo swap party è una festa in cui è possibile scambiarsi capi d’abbigliamento e oggetti vari usati: l’importante è che siano tutti in ottimo stato. Il nome deriva dal termine inglese “to swap”, che significa appunto “scambiare”. Gli swap party più diffusi sono quelli a tema moda, non si capisce bene perché, ma nel settore vestiti e accessori noi donne tendiamo ad accumulare oggetti (la scienza è al lavoro su questo punto…).
Lo swap party è un modo per rinnovare il proprio guardaroba senza spendere nulla e in maniera ecosostenibile, all’insegna del riuso e del riciclo. Barattare un vestito che non piace più o non si può più indossare con un altro che ci interessa permette di fare shopping in stile “Non sprecare”, senza rinunciare allo stile.
Lo swap party è un esempio di sharing economy, un modello economico basato su una serie di pratiche di scambio e condivisione, sia per quanto riguarda beni che servizi. Se pensate alla riduzione di impatto ambientale che si verifica quanto tot persone, invece di comprare nuovi vestiti, scarpe e borse, rimettono in circolo quelli di altre persone si capisce il valore del risparmio per l’ambiente.
Ma i vantaggi di partecipare a uno swap party sono anche altri: il risparmio economico nel rinnovare il guardaroba senza spendere nulla, la leggerezza che si prova nel liberarsi di capi di abbigliamento e accessori ormai inutili o vecchi ricordi che vogliamo lasciarci indietro (decluttering) e la possibilità di socializzare con altre donne appassionate di moda. Sì, perché ogni party che si rispetti ha un momento di ristoro in cui si mangia e si beve: gli swap party sono accompagnati da dolci merende o aperitivi davanti a cui scambiare due chiacchiere e fare amicizia.
Da partecipante (prima) e organizzatrice (in seguito) di swap party ho scoperto diversi aspetti della psicologia femminile che non avrei mai immaginato di scoprire in uno scambio di vestiti ed accessori.
I gusti sono gusti
Se una cosa non piace a te non è detto che non piaccia a nessun altro: mi sono stupita nel vedere come vestiti o accessori che le proprietarie disdegnavano (spesso nuovi con cartellino) incontravano il favore di altre partecipanti.
L’effetto domino
Di fronte alla domanda “a chi interessa questo capo di abbigliamento?” si crea un curioso effetto di condizionamento psicologico, per cui se le persone all’inizio stentano ad alzare la mano, per timore di rivelare i propri gusti, subito dopo le altre vedendo che il capo è desiderato si prenotano per il medesimo capo. Quasi che vedere l’apprezzamento degli altri ci condizioni nella scelta di un capo.
Un aiuto nel cambio armadio
Da sostenitrice del decluttering apprezzo infinitamente il senso di leggerezza che si prova nel liberarsi di vestiti e accessori che non si usano più. Non tutte però riescono a fare spazio nell’armadio liberandosi dei capi inutilizzati senza un “aiuto” e lo swap party è un ottimo incentivo: sapendo che i vestiti di cui ci liberiamo saranno moneta di scambio per averne altri a cui dare nuova vita, il distacco è meno traumatico.
Per chi volesse partecipare a un prossimo swap party vi aspetto al Fashion swap party di domenica 17 aprile a La Spezia, magari mi raccontate la vostra esperienza di come vivete il cambio di stagione, davanti a un bignè e un tacco 12.