Dopo 7 mesi Lavinia è tornata a casa. Ma la sua vita non sarà più come quella di prima

7 mesi fa la tragedia che ha coinvolto la piccola Lavinia. Oggi è a casa, ma nulla sarà come prima. E la sua non sarà più la vita di una bambina.

Dopo 7 mesi dalla tragedia che l’ha colpita, la piccola Lavinia è tornata a casa. Nella sua casa che aveva lasciato il 7 agosto dell’anno scorso, serena e felice, come solo una bambina della sua età sa essere. Aveva 16 mesi. È uscita da casa quel giorno ed è potuta tornarci 204 giorni dopo, il 27 febbraio 2019. Lo ha fatto senza rendersi conto di quello che è successo. Di tutto quello che era capitato. E così sarà per sempre.

Il 7 agosto del 2018 la piccola è stata investita da un’automobile. Le indagini proseguono, con indagate la maestra del nido sotto sequestro e la donna che guidava l’auto che l’ha investita. Lavinia è tornata a casa dalla mamma Lara e dal papà Massimo, oltre che dal fratellino con il quale aveva appena cominciato a giocare. Ma nulla sarà più come prima. Ora per lei ci sono solo buio e silenzio. Quando è tornata a casa è stata salutata da tutti gli operatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma che si sono presi cura di lei da quel giorno maledetto. Ce l’hanno messa tutta, ma lei è rimasta in uno stato vegetativo che il papà ha descritto in una lettera toccante e commovente. “Vive e sopravvive grazie a medici, paramedici, riabilitatori, infermieri e operatori socio sanitari straordinari. Lavinia vive e sopravvivere strappata a una vita normale perché era una bambina di 16 mesi sana e con una straordinaria energia, con la sola prospettiva a oggi di un futuro da bella addormentata e di un mare di problemi di salute. Purtroppo non basta e non basterà un principe innamorato per risvegliarla, perché i danni al cervello considerando che la testa è stata quasi totalmente schiacciata dalle gomme della vettura, sono considerati gravissimi, estesi e irrecuperabili”.

Lavinia è tornata a casa, ma non più come prima.

Per lei è cambiato il mondo intero. Da quel giorno c’è chi prega costantemente perché guarisca. E avvenga il miracolo. Altrimenti la piccola vivrà il resto della sua vita di bambina da 2 anni cieca, sorda e incosciente, ferma e immobile, attaccata a un respiratore e ad una sondina per essere nutrita.

A casa con lei, la mamma, il papà e il fratellino gli operatori dell’ospedale pediatrico romano che non la lasceranno mai.