Antonino Cannavacciuolo, la dura confessone: “Anche io ho avuto il covid, ma ora..”

Il Covid-19 ha colpito davvero tutti, ormai chiunque ha avuto a che fare con questo virus: sia in prima persona che tramite amici e parenti. Ora, a. confessare di aver contratto il Coronavirus è Antonino Cannavacciuolo: lo chef di Masterchef ha raccontato la sua esperienza.

Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo fortunatamente se l’è cavata con sintomi molto leggeri, anche se ha percepito da solo che qualcosa non andava. Impegnato con la sua dieta che l’ha portato a perdere anche diversi chili, pensava fosse solo una carenza di zuccheri, e invece:

Ho avuto il Covid, ma praticamente non me ne sono accorto: ero un po’ stanco, avevo dei giramenti di testa. Pensavo fossero gli effetti della dieta detox che stavo seguendo… invece qualche settimana dopo ho fatto un test sierologico e ho capito che era il virus.

Fortunatamente, cosa fondamentale per uno chef confessa che: “Per fortuna non ho perso né gusto né olfatto e non ho contagiato nessuno. Dopo il Covid riparto apro tre ristoranti.”

Antonino Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo riparte però dal sogno del padre: a breve aprirà un nuovo ristorante, in provincia di Napoli. Il paese scelto è proprio Ticciano, luogo di nascita del papà:

“Sono felice di realizzare questo suo desiderio perché è a lui che devo il mio successo. Con me papà ha sempre avuto un rapporto di sfida: ‘fammi vedere che sai fare’. E io tutto quello che faccio lo faccio per dimostrargli qualcosa. Gli ultimi dodici mesi sono stati pesanti. Business fermo, tanta incertezza, problemi per tutti. Però non abbiamo voluto rimandare questa apertura perché crediamo che ci sia tanta voglia di ripartire.

Anche lo chef è consapevole del duro periodo che stanno passando i ristoratori, ma è positivo e sostiene che bisogna reagire al presente:

Come dico sempre io, paura e soldi mai avuti. I soldi non li ho perché li reinvesto tutti. La paura nemmeno, nella vita mi sono sempre buttato e ho sempre faticato. Lavo i piatti ancora oggi, se serve. Perché mi ricordo benissimo i tempi duri in cui a Villa Crespi, che oggi ha due stelle Michelin e 60 dipendenti, per mesi non entrava nessuno. Ottobre, novembre, dicembre, gennaio febbraio… Non passava una mosca. Aprivamo il ristorante, aspettavamo fino a sera. Mi si induriva lo stomaco dalla paura di non farcela. Arrivare non è facile, anche se oggi spesso passa il messaggio contrario”.