Flash mob degli artisti per protesta in piazza Duomo
Flash mob di protesta pacifica, una rosa di artisti si è riunita in piazza Duomo per dar voce alle loro richieste
In questo periodo stiamo vedendo una ripresa alla quotidianità dopo l’emergenza Coronavirus. Abbiamo assistito a diversi flash mob di protesta pacifica. Qualche giorno fa abbiamo ritrovato riuniti in piazza Duomo, ancora deserta, una rosa di artisti riuniti per dar voce pacificamente a tutte quelle persone che la crisi ha messo in ginocchio. Ecco cosa hanno chiesto i partecipanti alla flash mob degli artisti.
Il giorno in cui si celebrata la Festa della Musica, nella piazza milanese si sono riuniti, una schiera di persone, in silenzio, per una decina di minuti. Manager tecnici del suono e artisti come Manuel Agnelli, Lodo Guenzi, Levante, Diodato e Ghemon tanti altri, tutti vestiti di nero.
Anna Rita Masullo, che fa parte de ‘La musica che gira’, ci spiega le difficoltà che gli artisti stanno vivendo. Oggi sono i lavoratori maggiormente trascurati, tanto che spesso si mette in dubbio anche l’appartenenza alla categoria. I partecipanti alla flash mob degli artisti richiedono attenzione e aiuti.
Manuel Agnelli che fa parte degli Afterhours, dice che cogliere l’occasione di una festa nazionale per attuare una protesta è sempre funzionale. Poi aggiunge: “L’impatto economico della musica, che è già alto, potrebbe crescere ancora. C’è bisogno che ci fosse una chiarificazione a livello legislativo e burocratico”.
L’attenzione si rivolge anche ai lavoratori intermittenti, che non hanno gli stessi diritti dei lavoratori assunti, non potendo ricorrere alla cassa integrazione. Manuel Agnelli fa un riferimento alla chiusura dell’Ohibò a Milano. “Ho sempre visto chiudere i locali, purtroppo in Italia è difficile tenere in piedi un’attività come questa. Dobbiamo creare pressione per far sì che le cose cambino” dichiara.
L’opinione di Ghemon è che gli artisti, in questo caso è unita. “Si è parlato solo di quanto è importante la musica come compagnia, ma non si dice mai quanto sia importante come lavoro” aggiunge.
È come se gli artisti non si sentissero garantiti nel loro lavoro. Manager e fondatore dell’etichetta 42 Records, Emiliano Colasanti spiega che ad essere preoccupante è il silenzio. Non arrivano risposte chiare dalle istituzioni: “Ci sono tecnici che si sono visti negare il bonus di 600 euro solo per questioni burocratiche” spiega. Le critiche sono ancora molte e il tutto si presenta in maniera molto complessa.