Chiara Ferragni, spunta un super testimone nel processo che la vede coinvolta: di chi si tratta
Pare che il super testimone abbia delle dichiarazioni importanti da mettere nero su bianco sulle dinamiche delle aziende di Chiara Ferragni.
Non è un periodo facile per Chiara Ferragni, e questo sembra essere chiaramente alla luce del sole. Tra la fine dell’idillio Ferragnez e gli scandali, oltre che le indagini sulle sue società, è difficile scegliere da dove iniziare a raccogliere i cocci.
Tra i testimoni che saranno ascoltati dalla Procura di Milano nelle prossime settimane nell’ambito dell’inchiesta per truffa aggravata, quella che coinvolge anche Chiara Ferragni, sembra emergere un testimone chiave. Si tratterebbe di un stretto collaboratore della famosa influencer.
Pare che il super testimone abbia delle dichiarazioni importanti da mettere nero su bianco sulle dinamiche delle sue aziende, Fenice e TBS Crew. Questo testimone potrebbe fornire agli inquirenti informazioni cruciali sul funzionamento del mondo imprenditoriale di Chiara Ferragni. Importante sarà per la Procura milanese comprendere attentamente come siano state gestite le iniziative commerciali a scopo benefico.
Si tratta di un’indagine complessa e delicatissima. Ricordiamolo, i motivi per cui Chiara Ferragni e alcune sue società sono sotto inchiesta, hanno a che fare con i recenti “scandali”. Il pandoro Pink Christmas realizzato con Balocco, le Uova di Pasqua Dolci Preziosi, il pupazzo Trudi e l’iniziativa con Oreo. Tutte iniziative segnalate e oggetto di indagine, ben lungi dal divenire un vero e proprio processo in tribunale.
Nel frattempo, l’indagine della Procura di Milano, avviata in seguito alla multa milionaria dell’Antitrust per “pratica commerciale scorretta”, sta procedendo rapidamente verso la fase di chiusura. Oltre ai contratti, documenti ed e-mail scambiati tra lo staff di Chiara Ferragni e le aziende coinvolte in mano alla Guardia di Finanza, la magistratura potrebbe estendere l’indagine anche ai seguaci online. Una verifica futura potrebbe riguardare i quasi 30 milioni di follower per riuscire a stabilire se ci sia stata una manipolazione in nome dei profitti.
La Procura Generale della Cassazione aveva sottolineato che lo scopo benefico della campagna insieme a Balocco potesse ingannare i consumatori. La serietà era garantita dalla credibilità di un’ influencer seguita da circa 30 milioni di follower, per questo capace di “convincere” gli acquirenti.