Fedez infiamma le polemiche contro il Governo: “Me ne assumo la responsabilità”

Fedez si lancia in un freestyle contro la classe politica al Festival di Sanremo 2023, assumendosene la piena responsabilità

Il freestyle di Fedez è destinato ad accendere vibranti polemiche nei prossimi giorni. Sulla nave della Costa Smeralda, il rapper ha tenuto un freestyle di forte attualità. Senza filtri, il rapper milanese ha usato dei termini forti, parlando anche dei problemi di salute personali, con cui ha dovuto convivere nel recente passato.

Fedez si schiera contro il viceministro delle Infrastrutture Bignami

Fedez canta

Dopo aver fatto il tifo per Chiara Ferragni alla prima serata del Festival di Sanremo 2023, Fedez è tornato alla carica, mettendo in musica le sue idee politiche, aiutato pure dalla forza delle immagini.

Fedez in collegamento con Sanremo

Rientrati dalla pubblicità, Amadeus ha aperto il collegamento con Fedez, in diretta dalla nave della Costa Smeralda. Il cantante si è lanciato in un freestyle, che, come spiegato da egli stesso, non aveva presentato per l’approvazione ai vertici di Viale Mazzini.

Un fiume di parole nei quali ha manifestato delle considerazioni sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro, la sua lotta contro il cancro e le esternazioni della classe politica.

Il culmine lo si è toccato quando ha mostrato una foto del viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, con la fascia del nazista, prima di strapparla. Fedez ha confessato di aver detto anche lui delle “c****te ai quattro venti” in passato, ma con una attenuante: non lo fa a spese dei contribuenti.

Citando l’articolo 21 illustrato in modo eccelso da Roberto Benigni ieri sera, Fedez ha precisato di volersi assumere la piena responsabilità delle parole proferite.

Fedez con il microfono

La questione tra Fedez e la Rai si trascina da diverso tempo. Basti pensare alla polemica del concerto del 1° maggio del 2021, caratterizzato da un intervento di Federico sul mancato passaggio del ddl Zan

All’epoca sferrò un attacco nei riguardi del senatore leghista Ostellari e al leader di partito Matteo Salvini, schieratisi contro la proposta di legge. All’epoca rivendicava la libertà di espressione tirando in ballo le pressioni ricevute dai vertici del servizio pubblico per edulcorare il testo.