Giorgia Soleri e la vulvodinia: usa oppioidi per il dolore di una malattia spesso poco conosciuta

Sensibilizzare sulla patologia è fondamentale

Giorgia Soleri per la vulvodinia fa uso di oppioidi per poter placare il dolore di una malattia che spesso è poco conosciuta. Ma della quale, anche grazie alla fidanzata di Damiano dei Maneskin, oggi si parla. L’influencer, che su Instagram racconta la patologia di non facile diagnosi, ha detto di aver sofferto anche di acne.

Giorgia Soleri cicatrici

Giorgia Soleri è una delle prime influencer che ha parlato di vulvodinia sui social. La fidanzata di Damiano dei Maneskin ha raccontato che da anni convive con sintomi invalidanti che le rendono la vita impossibile, così come i terribili dolori che prova ogni giorno.

Da anni soffre di questa sintomatologia, ma la diagnosi è stata fatto solo due anni fa. Molti medici hanno sottovalutato le sue parole, sottolineando quando abbia sofferto perché nessuno le credeva. Recentemente ha anche dovuto subire un intervento per l’endometriosi.

Giorgia Soleri non ha mai nascosto i segni che la malattia e anche l’ultimo intervento ha lasciato sul suo corpo. E ha deciso di parlare con trasparenza ai suoi fan, rispondendo a tutte le domande su patologie spesso troppo sottovalutate.

Per fortuna oggi Giorgia Soleri sta meglio. Ha trovato un medico specializzato in questo campo della medicina, che la sta aiutando anche con una serie di farmaci e di rimedi che possono darle maggiore sollievo dal dolore che prova quotidianamente.

Giorgia Soleri cicatrici

Giorgia Soleri, la vulvodinia e i dolori lancinanti provati per anni

Il medico di cui parliamo le ha prescritto tramodolo oppure ossicodone, un oppioide che serve a placare il dolore.

Possono creare dipendenza, io li prendo sotto strettissimo controllo medico e al momento non ho nessun sintomo di dipendenza. Il dolore nella maggior parte dei casi va via ma non sempre.

Lo sfogo di Giorgia Soleri

Tante le domande che i fan le hanno posto, alle quali lei ha risposto con semplicità. Anche in merito all’ultimo intervento:

Non ci ho messo molto al alzarmi dal letto, già in ospedale ti fanno alzare il giorno dopo perché camminare serve a eliminare l’aria che viene inserita in fase di intervento (e che per me è stata la parte più dolorosa). A riprendermi totalmente ci ho messo circa un mese ma è molto soggettivo.