Il padre di Michele Merlo rompe il silenzio: “Per salvare mio figlio bastava un’analisi”

Il papà di Michele Merlo a Verissimo rivela come suo figlio con una semplice analisi del sangue si sarebbe potuto salvare

Il padre di Michele Merlo rompe il silenzio con una lunga e profonda intervista a Verissimo nel pomeriggio di oggi sabato 21 maggio. Domenico Merlo al centro dello studio di Silvia Toffanin ripercorre gli ultimi istanti di vita del giovane cantante scomparso circa un anno fa a causa di una leucemia fulminante.

L’ex cantante di Amici amato da milioni di utenti social ha perso la vita lo scorso anno, lasciando un grandissimo e immenso vuoto. Una sofferenza indescrivibile quella dei famigliari, degli amici e di tutte le persone che amavano e apprezzavano il giovane artista.

A distanza di diverso tempo, Domenico Merlo papà di Michele, ha voluto parlare ancora una volta dell’errore umano commesso e che, ha portato alla morte il ragazzo. Quest’ultimo infatti, ha rivelato come una semplice analisi del sangue avrebbe potuto salvare suo figlio, dandogli la possibilità di essere ancora tra noi.

Il padre di Michele Merlo: “Bastava un’analisi per salvare mio figlio”

Il Signor Domenico Merlo all’interno dello studio di Verissimo su Canale 5, ha voluto spiegare il suo punto di vista in merito alla situazione che, ha portato alla morte di Michele. È proprio lui a spiegare come non si aspetti più nulla dalla giustizia e come, non condanni l’errore umano dei medici che hanno visitato il giovane la prima volta.

“Non mi aspetto nulla dalla giustizia e non condanno l’errore umano, anche se mi ha devastato la vita. Quello che è successo a Michele è frutto di una sanità che non funziona più: il sistema ha subito dei tagli importanti e questo porta continuamente a situazioni drammatiche” spiega Merlo.

Proseguendo la lunga intervista: “I medici legali sostengono che bastava un esame del sangue per salvarlo. Aveva una probabilità dal 77% all’89% di guarire, in circa sei mesi, dalla malattia”.

Infine, Domenico Merlo ha raccontato il meraviglioso rapporto che aveva con suo figlio: “Con lui ero un po’ duro perché provengo da una carriera militare, però nonostante, tutto ascoltava i miei consigli. Con la mamma invece si apriva molto, a lei raccontava anche le cose più intime”.

“E sulla sua profonda sensibilità, riconosciuta anche dagli amici più cari. Michele era un ragazzo sportivo e non aveva mai avuto problemi di salute. Era un grande artista, incompreso e un po’ burbero. Era un romantico ribelle. Forse questo mondo non era per lui perché era troppo sensibile”.