Intervista a Bebe Vio: Bisogna essere fieri di essere speciali!

La campionessa paraolimpica si racconta tra sport e progetti per il futuro

Reduce dal red carpet della première italiana di Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali a Roma, dove ha sfilato con un bellissimo abito rosso e nero firmato Christian Dior, la giovane campionessa italiana paraolimpica Bebe Vio ha incontrato la stampa presso l’hotel St. Regis in veste di testimonial ufficiale del nuovo film di Tim Burton, che sarà al cinema il 15 Dicembre distribuito da 20th Century Fox e Bigodino ha avuto il piacere di intervistarla.

Ispirato all’omonimo romanzo di Ransom Riggs, Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali racconta la storia di Jake, un adolescente che si sente diverso dagli altri e riceve dal nonno scomparso una serie di indizi per raggiungere una misteriosa isola, dove si trova un rifugio per bambini con doni particolari. Jake attraversa mondi alternativi ed è protagonista di viaggi nel tempo che lo portano ad incontrare personaggi surreali e “speciali” come Miss Peregrine (Eva Green), Emma, Enoch, Olive e i potenti villain guidati da Samuel L. Jackson nel ruolo dell’inquietante Barron.

Tim Burton sceglie ancora una volta di raccontare la diversità come un bene prezioso, attraverso la poesia e una dimensione fantastica, e la “nostra ragazza speciale” che ha vinto la medaglia d’oro nella scherma alle scorse paraolimpiadi ci ha raccontato cosa vuol dire essere speciali per lei e per tutti i ragazzi che fanno parte dell’associazione Art4Sport che dal 2009 offre un valido sostegno per coloro che vogliono praticare attività sportive nonostante l’invalidità (per saperne di più potete visitare il sito www.art4sport.org).

Bebe Vio e Tim Burton all'anteprima di Miss Peregrine - La Casa dei Ragazzi Speciali

Bebe Vio e Tim Burton all’anteprima di Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali

Come hai vissuto questa incursione nel mondo del cinema con Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali? Ti piace Tim Burton?

Lui mi piace molto, è un tipo assurdo e la cosa mi è piaciuta di lui nel breve incontro che abbiamo avuto è che parla poco. E’ una di quelle persone che vorresti capire, cercando di entrare nella sua testa. Oggi pomeriggio lo rivedrò e avrò l’occasione di parlarci come tra persone normali, lontano dai giornalisti e non vedo l’ora.

#SiateSpeciali è l’hashtag ufficiale del film. Secondo te quali sono le difficoltà per sentirsi speciali nella società di oggi?

Mi hanno chiamato per questo a promuovere il film, non solo me ma anche l’associazione Onlus che si chiama Art4Sport. Siamo tutti ragazzi speciali, venti ragazzi, e ognuno di noi ha un’amputazione, e il nostro scopo è permettere a tutti quelli come noi di avere quello che manca, come una carrozzina, una stampella, una protesi, per fare sport. Attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un’amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri. I bambini speciali di Miss Peregrine si nascondono perchè possono non essere visti bene dalla società, ed essere speciali è proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole diventa quello di cui vai più fiero.

Oltre alla determinazione e alla passione cosa serve per andare avanti? Si può fare da soli o c’è bisogno di un sostegno come la famiglia e gli amici?

Personalmente io vado avanti grazie allo sport e alla mia famiglia, sono i miei due pilastri e, grazie all’Associazione, sono riuscita a capire l’importanza di quello che fa il gruppo e la squadra di cui fai parte. Il problema di alcune famiglie è che i genitori tendono a separarsi quando si vive un momento così difficile, mentre la mia famiglia è una bella squadra perchè quando io sono stata male invece di separarsi e litigare, si sono uniti di più e ora il nostro scopo è aiutare tutte le altre famiglie che si trovano in una situazione simile.

Dei ragazzi che fanno parte dell’Associazione la maggior parte hanno genitori separati, perchè uno dei due è scappato ed è quasi sempre il padre. Noi cerchiamo quindi di ridargli un gruppo di cui fare parte. Un gruppo più cresce e più è forte. Questo non vuol dire che sei speciale se hai un’amputazione o una disabilità ma ognuno ha una sua potenza, la caratteristica te la trovi e ognuno fa il suo all’interno del gruppo.

Bebe Vio medaglia d'oro scherma alle paraolimpiadi

Bebe Vio medaglia d’oro scherma alle paraolimpiadi

Ormai sei molto social e tanti fan ti seguono ogni giorno virtualmente. E ho letto che ci tieni a rispondere ad ognuno personalmente senza fare il copia incolla. Come vivi il rapporto con i tuoi fan e questi mezzi di comunicazione virali?

Rispondo di più ai bambini e agli adolescenti che vanno dagli 11 anni alla mia età, perchè mi scrivono non per farmi i complimenti ma per dirmi grazie perchè gli ho dato una mano e gli ho fatto capire che non devono lamentarsi perchè non hanno l’ultimo paio di scarpe alla moda etc…La parte bella di questo lavoro è andare in giro e divertirsi, e da questo punto di vista posso dire che è il lavoro più figo del mondo, ma è anche bello vedere che vale la pena darsi da fare.

Oltre allo sport ho letto che ti appassiona la grafica. In che settore professionali ti vedi in futuro?

Sì, ho studiato grafica e comunicazione e sono attualmente graphic designer. Ho fatto la maturità un mese prima delle olimpiadi e a Gennaio inizierò una vita più normale lavorando per l’agenzia di comunicazione di Benetton che è Fabrica, creata da Oliviero Toscani nell’ambito delle campagne sociali. La sede è a Treviso, quindi andrò a vivere da sola, e si diventa grandi quando si va a vivere da soli no?

E noi ti auguriamo il meglio Bebe, e grazie del tuo video messaggio a favore delle vaccinazioni!