La cantante racconta il suo dramma: ricatti e minacce, scriveva 980 mail al mese
In un'intervista a Vanity Fair, la cantante Levante ha raccontato di essere stata vittima di stalking. Ha ricevuto ricatti e minacce da una persona che le scriveva centinaia di mail al giorno
In un’intervista alla rivista Vanity Fair, la cantante Levante ha raccontato di essere stata vittima di stalking. È stato un vero e proprio incubo. Il suo stalker la ricattava, la minacciava e arrivava a scrivere fino a 980 mail al mese. Una situazione oggi risolta che però le ha causato un trauma che ancora non è riuscita a superare. Ancora adesso ammette di avere paura.
“Sono stata con un uomo che ha deciso di non rassegnarsi al mio ‘non ti amo’. Proprio una decina di anni fa mi sono infatuata di un uomo. Da subito è stato molto geloso. Mi controllava: ‘Dove sei? Perché non mi rispondi?’. Il più delle volte mi ero solo addormentata sul divano e non avevo sentito il cellulare“.
Questo il racconto intimo e personale di Levante nella sua intervista a Vanity Fair. Ancora oggi quando legge sui giornali notizie di cronaca nera, legate a femminicidi o persecuzioni ai danni delle donne, rivive quella brutta esperienza. “Non riesco a non immedesimarmi. Ma il tempo, la maturità e anche l’essere diventata madre mi hanno aiutata a elaborare, a non vergognarmi più di chi sono stata. A perdonarmi. E a voler uscire allo scoperto“.
La cantante sapeva benissimo che quella relazione non andava bene, eppure non riusciva a dire basta. “Eppure, in una sorta di meccanismo malato, dovevo giustificarmi con lui. Erano segnali, sia i suoi sia i miei. A ogni modo ho capito abbastanza in fretta che non ero innamorata e gliel’ho detto. Non potendomi più avere ha perso le staffe“.
Non ha mai subito violenze fisiche e abusi, ma ricatti di natura psicologica che non dimenticherà mai. “Ha tentato di ricattarmi: aveva dei nostri filmati, file privati“.
Levante vittima di stalking si è identificata in Giulia Cecchettin
La cantante, dopo aver letto quello che è successo a Giulia Cecchettin, giovanissima vittima di femminicidio, ha raccontato di essersi sentita come lei in alcune situazioni.
“Mi chiamava in continuazione: ‘Sto male’, mi implorava e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo. Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, che significa circa 30 ogni giorno. Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche… lo ero spaventata, ma forse non abbastanza, in quel momento. Non pensavo che arrivasse a farmi del male, temevo più per lui, come raccontava alla sorella Giulia Cecchettin“.