Marco Carta e Sirio pronti al matrimonio e all’adozione, il racconto

Marco Carta e il fidanzato Sirio sono pronti a fare il grande passo: i due sognano un matrimonio e un figlio in adozione

Dopo sette anni Marco Carta e il suo fidanzato Sirio sono pronti a fare il grande passo. Ad annunciarlo è stato il cantante in persona che ha spiegato che tra i due le cose vanno a gonfie vele e sono pronti ad investire sul loro futuro.

Marco Carta ha fatto coming out solo nel 2018, i due erano già fidanzati da 5 anni, ma hanno scelto quel momento perché pensavano che fosse il momento di vivere la loro storia d’amore allo scoperto e senza nascondersi.

Marco Carta

Ovviamente i timori, soprattutto da parte del cantante, sono stati molti. Il ragazzo ha spiegato che per una popstar è difficile avere un etichetta. In quel periodo, poi, tutte le ragazzine lo idolatravano, ma la sofferenza di nascondersi era tale ce dio 5 anni ha preso coraggio e ha spiegato al mondo di essere gay.

Una situazione che voleva vivere con normalità proprio insieme all’amore della sua vita. Con lui sempre a suo fianco c’è stato Sirio e i due ora hanno progetti a lungo termine:

“Mi piacerebbe molto sposarmi, e di certo lo farò. Prima, però, vorrei si esaurisse l’emergenza sanitaria. Vorrei ricordarmi il giorno delle mie nozze per tutta la vita, festeggiare con gli amici e una serenità che sia vera e totalizzante”.

Marco Carta

Anche riguardo ai figli il ragazzo non ha dubbi:

Trovo triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio. L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore.

Poi spiega e racconta la sua infanzia:

Io sono cresciuto senza un padre, e mia madre è morta che avevo dieci anni. Sono andato a vivere con i miei nonni, allora, e non mi è mai mancato l’amore. In istituto, ti danno da mangiare, ti danno da bere. Non ti danno amore. L’amore non si compra. Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare.