Portavoce della Regina Elisabetta rompe il silenzio: ecco cosa ha rivelato

Intervistato da Repubblica Dickie Arbiter ha svelato alcuni aneddoti della vita quotidiana della Regina.

A pochi giorni dalla morte della Regina Elisabetta proseguono le giornate di lutto e di dolore per la scomparsa della regina più longeva della storia del Regno Unito.

Pochissime persone oltre ai familiari hanno potuto conoscerla in modo più intimo. Una di queste è stato il suo segretario e portavoce Dickie Arbiter. Lui è sicuramente una di quelle persone che ha vissuto da vicino il mondo della Regina Elisabetta.

Portavoce Regina Elisabetta
Fonte: web

Dickie poche ore dopo la morte ha accettato un’intervista a Repubblica dove ha svelato diversi aneddoti. Ha raccontato del primo incontro con la regina avvenuto nel 1988.

“Io ero paralizzato e non ricordo le poche frasi che mi permisi di dire. A un certo punto, sparecchio e mi appresto a lavare i piatti. Ma una voce mi fa: ‘No, aspetta!’. Chi era? La regina Elisabetta! Che mi disse: ‘Io lavo i piatti, tu li asciughi’. E così facemmo. Che meraviglia” – ha svelato.

Dickie si è detto convinto che alla regina piaceva. Nessuno di permetteva di parlare alla regina in modo diretto, casomai era lei a farlo.

“Se la guardavi negli occhi, sì, riconoscevi il suo humour inconfondibile. E soprattutto, trattava tutti allo stesso modo” – la confessione del suo segretario.

Portavoce della Regina Elisabetta svela la vita da monarca

Il 1992 fu un anno orribile per la corona. Ci furono il divorzio di Anna, la biografia di Diana, il rogo al Castello di Windsor e la separazione tra il figlio Andrea e Sarah Ferguson. Tutte questioni spinose che dovette affrontare.

“Quello sì, fu l’anno più difficile per lei, più degli ultimi con gli scandali di Andrea e la fuga di Harry e Meghan”.

Ma cosa faceva ogni giorni la regina nella sua vita da monarca?

“Si svegliava, leggeva tutti i giornali, guardava la tv, si preparava per gli eventi. Amava portare a passeggio i cani corgie. E religiosamente si occupava delle ‘red boxes’ con i segreti di Stato”.