Scontro Rai-Fedez: “Se la Rai mi fa causa so come difendermi”

Prosegue il tira e molla tra il rapper e i vertici di Rai 3

Continua lo scontro Rai-Fedez dopo quanto accaduto al concertone del 1° Maggio. Riepiloghiamo molto velocemente: Fedez ospite sul palco del concerto organizzato dalle più importanti sigle sindacali in onore della festa dei lavoratori, durante il suo monologo ha duramente attaccato il comportamento della tv di Stato. Secondo il rapper i vertici di Rai Tre avrebbero preteso il testo del suo monologo in anticipo e leggendolo lo hanno invitato a non fare espressamente nomi di esponenti politici.

Fedez
Fonte: Rai

Fedez lo ha ritenuto ingiusto perché in questo modo è venuta meno la libertà di parola e di espressione su cui si basa la democrazia moderna. La Rai ha cercato di smentire quanto detto dal cantante che per difendersi ha reso pubblica la telefonata intercorsa con i vertici del canale che sbugiardano la Rai. Ora l’azienda starebbe valutando una querela con tanto di risarcimento danni per Fedez. Ieri il rapper ha replicato postando un lungo video sul suo profilo Instagram.

Scontro Rai-Fedez, il rapper si difende sui social

“Si è radunata la commissione di Vigilanza Rai. Il direttore di Rai3 mi accusa di manipolazione del video e allude al fatto che avrei tramato un complotto alle loro spalle con dei giornalisti. Prima bugia davanti agli occhi di tutti” – ha esordito.

Poi davanti al pericolo di strascichi giudiziari Fedez ha risposto:

Fedez
Fonte: Google

“Il punto è questo. Io mi assumo totalmente la responsabilità di ciò che ho detto e fatto. Sapevo benissimo a cosa andavo incontro. Il tema è che potevo benissimo starmene a casa mia ma rifarei quello che ho fatto 100 mila volte. Anche perché sono un privilegiato. Se la Rai mi fa causa, ho i mezzi per potermi difendere. Se la Rai mi bandisce dalla Rai, non mi cambia la vita”.

Fedez si chiede se al suo posto ci fosse stato un’artista con meno potere mediatico di lui, probabilmente questo avrebbe ceduto alle pressioni.

Fedez
Fonte: Rai

“Se al posto mio su quel palco ci fosse andato un artista che ha un po’ meno potere di me e che non è privilegiato come me e gli avessero chiesto di non fare nomi e cognomi, e magari avrebbe subito delle ripercussioni per le quali avrebbe perso l’opportunità di esibirsi, avrebbe perso l’opportunità di lavorare. Che cosa avrebbe fatto al posto mio? Avrebbe ceduto probabilmente” – conclude.