Abbandonato per quasi due anni, ha lottato ogni giorno per riuscire a sopravvivere: la storia di Bear
"Uno dei nostri volontari ha visto un uomo entrare nel recinto e picchiarlo", così Jessie Isaac inizia a raccontare la storia di Bear
Il protagonista della storia di oggi, è un cane di nome Bear. Purtroppo la sua vita non è stata facile, il cucciolo per anni si è ritrovato costretto a lottare quotidianamente, per riuscire ad arrivare al giorno successivo. I residenti della desolata zona della città di Homestead (Florida) e i passanti, hanno sempre ignorato la presenza di quel cane abbandonato a se stesso.
Poi un giorno, la fortuna ha girato dalla parte di Bear e la sua situazione ha catturato l’attenzione dei volontari dell’associazione del posto, la “Redland Rock Pit Abandoned Dog Protect“.
Viveva in modalità sopravvivenza da quasi 2 anni. Non abbiamo idea di come ci sia riuscito!
Così la vicepresidente dell’associazione, Jessie Isaac, inizia a raccontare la storia di Bear.
Il mese scorso, casualmente, uno dei nostri volontari ha visto un residente del posto prendere a calci il povero cane. È entrato nella recinzione e Bear si è mostrato felice nel vederlo. Ma quando si è avvicinato, quell’uomo ha iniziato a prenderlo a calci.
Il difficile salvataggio dei volontari
Jessie ha spiegato che dopo quella vicenda, Bear ha completamente perso la fiducia negli esseri umani. Ogni tentativo di avvicinarsi a lui e di dimostrargli l’intenzione di salvarlo, falliva.
Ero disperata, non funzionava nulla. Ogni volta che provavamo da avvicinarci, iniziava a tremare e fuggiva via. Non siamo riusciti a convincerlo nemmeno con il pollo, le salsicce e qualsiasi altro tipo di leccornia.
Alla fine ho avuto un’idea. Mi sono svegliata la mattina ed ho pensato: oggi convincerò Bear! Così sono andata da lui e mi sono seduta per terra, rimanendo così per più di mezz’ora.
Ci è voluto tempo, ma lui sapeva che io ero lì per mettere fine alle sue sofferenze. Si è avvicinato piano piano ed ha mangiato dalla mia mano.
Una volta conquistata la sua fiducia, i volontari si sono avvicinati con una “trappola”. Bear era ancora spaventato, ma allo stesso tempo attirato da tutte quelle salsicce…
Dopo un’altra mezz’ora l’associazione è riuscita a catturare il grosso cagnolone nero.
Una volta in macchina, sono rimasta sorpresa dal comportamento di Bear. Era più civile lui, nonostante la sua vita, che un qualunque altro essere umano. Si comportava come un cane normale, come se già avesse dimenticato tutto il male che aveva subito.
Il lieto fine della storia di Bear
Dopo il salvataggio dei volontari, la vita ha deciso di continuare a sorridere a Bear. Un’amica di Jessie, quando ha visto quel grande e affettuoso cane nero all’interno del rifugio ed ha ascoltato la sua storia, si è completamente innamorata di lui ed ha deciso di adottarlo.
Oggi, il cagnolone è felice con una meravigliosa mamma umana che si prende quotidianamente cura di lui. L’associazione, raccontando la storia di Bear, spera di poter sensibilizzare le persone e spingerle a denunciare situazioni simili. Una sola chiamata, può salvare la vita di un amico a quattro zampe.